Crepe nel modello standard della cosmologia

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Forse ci siamo sbagliati sulla Radiazione Cosmica di Fondo, il pilastro del Big Bang. Un nuovo studio suggerisce che la radiazione cosmica di fondo potrebbe essere anche in gran parte il frutto della radiazione emessa da galassie ellittiche primordiali che il telescopio James Webb sta scoprendo essersi formate ben prima di quanto si ipotizzasse

La radiazione cosmica di fondo è una delle prove principali a sostegno della teoria del Big Bang: una radiazione elettromagnetica nelle microonde, quasi uniforme, che può essere rilevata in qualunque direzione si guardi il cielo. 

Si ritiene che sia il bagliore residuo dei primi fotoni che hanno viaggiato per l’Universo, quando questo si è raffreddato ed espanso a sufficienza da permettere agli atomi di idrogeno di formarsi e alla luce di viaggiare liberamente. Ma è davvero così?

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Bonn, di Praga e di Nanjing propone ora un’ipotesi alternativa, legata a doppio filo alle continue scoperte che il telescopio spaziale James Webb sta compiendo, e in particolare l’osservazione di massicce galassie ellittiche in epoche sempre più remote, ad appena 1 miliardo di anni dal Big Bang e persino prima. 

L’Universo si sta espandendo dal Big Bang, come un impasto che lievita” spiega il Dr. Pavel Kroupa, Università di Bonn e di Praga. “Ciò significa che la distanza tra le galassie aumenta di continuo. Abbiamo misurato quanto sono lontane tra loro le galassie ellittiche oggi. Usando questi dati e tenendo conto delle caratteristiche di questi gruppi di galassie, abbiamo usato la velocità di espansione per determinare quando si sono formate”. 

Si è sempre ipotizzato che le galassie ellittiche siano state tra le prime a formarsi nel giovane universo, grazie alla nascita di miliardi di stelle in grossi accumuli di nubi di gas. 

Secondo lo studio, il processo che ha portato alla formazione di queste galassie è durato solo alcune centinaia di milioni di anni, inoltre avrebbe generato stelle così luminose la cui luce sarebbe arrivata fino a noi“i nostri calcoli indicano che parte della radiazione cosmica di fondo tragga origine dalla formazione di galassie ellittiche” spiega Dr. Eda Gjergo dell’Università di Nanjing. “Ciò costituirebbe almeno l’1,4% della radiazione cosmica di fondo, ma potrebbe persino comprenderla tutta quanta“.

Le implicazioni di una simile ipotesi sarebbero fondamentali per l’attuale modello cosmologico. Le impercettibili disomogeneità scoperte nelle varie mappature effettuate della radiazione cosmica di fondo, sono state ritenute essere la spiegazione dietro la formazione delle prime galassie, fluttuazioni che hanno portato ad accumuli di nubi di gas che poi sono collassate sotto la propria gravità dando origine a stelle e quindi galassie.

Ma anche solo l’1,4% di contributo da parte di una nuova fonte a questa radiazione metterebbe tutto di nuovo in discussione. “I nostri risultati sono un problema per il modello standard della cosmologia” scrive Kroupa. “Potrebbe essere necessario riscrivere la storia dell’Universo, o almeno una sua parte“.

Naturalmente si tratta di un solo studio ed è presto per parlare di un totale sconvolgimento delle attuali teorie. Ma è anche vero che negli ultimi anni è diventata sempre più evidente una discrepanza, nota come tensione di Hubble, nella misura della velocità di espansione dell’Universo a seconda di come questa viene effettuata: tecniche basate sull’osservazione dell’Universo recente e quelle basate sulla radiazione cosmica di fondo danno valori diversi, con una discrepanza statisticamente significativa che non può essere ignorata.

È il segnale che qualcosa nel modello standard della cosmologia non funziona e questa ricerca potrebbe aprire una nuova strada di indagine.

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