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C’è polvere cosmica sui tetti delle città: potrebbe raccontarci la storia del sistema solare

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C'è polvere cosmica sui tetti delle città: potrebbe raccontarci la storia del sistema solare
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Trovati 500 micrometeoriti nelle polveri raccolte sui tetti di tre città europee, 500 granellini. Un bottino prezioso, perché arriva niente di meno che dall’alba del Sistema solare: da un passato lontano cioè 4,6 miliardi di anni. A scovarli, sui tetti di Parigi, Oslo e Berlino, sono stati alcuni ricercatori londinesi e belgi, e uno scienziato amatoriale, che per la prima volta mostrano come sia possibile trovare polvere cosmica anche nel cumulo di detriti che si trovano comunemente in città. La riprova che le origini del Sistema solare, e in sostanza la storia del nostro pianeta Terra, possono essere studiate anche in ambienti impensabili come i tetti di una metropoli.

Che questi granellini spaziali – particelle minuscole, di appena qualche centinaio di micrometri (milionesimi di metro) di diametro – potessero ritrovarsi sulla Terra non è una novità. Sappiamo da tempo, infatti, che particelle di polvere cosmica, micrometeoriti, piombano ininterrottamente sulla Terra passando attraverso l’atmosfera. Sin dalla nascita stessa del nostro pianeta. Finora però si credeva che riconoscere tra i miliardi e miliardi di particelle polverose terrestri questi mini-sassolini spaziali fosse pressoché impossibile. La caccia alla polvere cosmica era stata relegata a regioni libere da sedimenti simili, come le profondità oceaniche o l’Antartide. E invece a cercarle queste particelle sono ovunque, anche sui tetti, racconta oggi lo studio pubblicato su Geology.

Gli scienziati hanno quindi analizzato qualcosa come 300 kg di sedimenti provenienti dai tetti di Parigi, Oslo e Berlino. Tra questi, utilizzando il magnetismo (le particelle cosmiche contengono minerali che le rendono magnetiche) i ricercatori ne hanno identificate 500 che scommettono essere di natura cosmica. Micrometeoriti, di forma per lo più sferica, a base di silicati come le olivine, di dimensione tra i 300 e i 400 micrometri e più grandi della media, in genere intorno ai 10 micrometri. Si tratterebbe di particelle formatesi durante il rientro in atmosfera alla velocità sbalorditiva di 12 km al secondo, stimano gli esperti, diverse nella struttura da quelle rinvenute per esempio in Antartide e più giovani di queste ultime.

Questa diversità è il motivo per cui – insieme al fatto di aver trovato questi relitti del Sistema solare praticamente dietro casa – le particelle sono così importanti. Nel corso degli anni (milioni di anni) le orbite dei pianeti cambiano, e con esse le influenze gravitazionali sulle particelle cosmiche, che impattano con velocità diverse nell’atmosfera, riscaldandosi a contatto con questa e plasmandosi in modalità differenti. “Tutto questo è importante perché se cerchiamo fossili di polvere cosmica proveniente dal passato per ricostruire la storia geologica del nostro Sistema solare, abbiamo bisogno di capire come questa polvere è cambiata dalla continua forza esercitata dai pianeti”, ha concluso Genge

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