
Sulla Luna c’è un metallo che vale più dell’oro: quanto è facile prenderlo? L’idea di estrarre risorse dalla Luna sta diventando sempre più centrale nei piani di esplorazione spaziale del futuro. Tra i vari elementi disponibili sulla superficie lunare, il titanio emerge come uno dei più promettenti.
Questo metallo, utilizzato in settori come l’aerospaziale e la nanotecnologia, ha un valore notevole sulla Terra, con un prezzo che può raggiungere i 10.000 dollari per tonnellata. Ma potrebbe, il titanio lunare, essere una risorsa utile per la nostra economia? Un gruppo di ricercatori dell’Università di Uppsala ha cercato di rispondere a questa domanda, studiando la fattibilità dell’estrazione del titanio dal nostro satellite.
Il titanio è il nono elemento più abbondante nell’universo, e non sorprende che sia presente in grandi quantità anche sulla Luna. Gran parte del titanio lunare si trova in un minerale chiamato ilmenite, che sulla Terra ha un costo relativamente basso, circa 390 dollari per tonnellata.
Tuttavia, sulla Luna, l’abbondanza di questo minerale, che può costituire fino al 20% del volume di alcune rocce nella zona del Mare della Tranquillità, lo rende particolarmente interessante per l’estrazione mineraria spaziale.
Il team di ricerca, guidato da Renaud Merle e altri studiosi, ha analizzato due diverse concentrazioni di ilmenite nella zona: il 3% nel regolite (il suolo lunare) e il 15% nelle rocce basaltiche campionate dagli astronauti dell’Apollo. Hanno poi confrontato queste percentuali con quelle del giacimento di Tellnes in Norvegia, uno dei maggiori depositi di titanio sulla Terra, che ha una concentrazione di TiO₂ (biossido di titanio) pari al 18%.
Tellnes produce circa 750.000 tonnellate di ilmenite all’anno, che rappresentano il 5% della produzione mondiale, ma il suo volume è comunque piccolo rispetto alle potenzialità del Mare della Tranquillità (un mare lunare presente sull’emisfero della Luna sempre rivolto verso la Terra).
Nonostante il potenziale, estrarre titanio dalla Luna presenta enormi sfide logistiche. Al Tellnes, l’estrazione richiede l’uso di macchinari pesanti, tra cui un grande escavatore e sei autocarri da trasporto, che complessivamente pesano circa 2.500 tonnellate.
Trasportare tali attrezzature sulla Luna necessiterebbe di oltre 40 lanci del razzo Saturn V, una cifra paragonabile a quella impiegata per costruire la Stazione Spaziale Internazionale. Inoltre, queste macchine devono essere alimentate, ma i grandi motori diesel utilizzati sulla Terra non sono adatti all’ambiente lunare. I ricercatori ipotizzano che una combinazione di energia solare e nucleare potrebbe essere in grado di fornire gli 11 megawatt necessari per far funzionare l’intero sistema.
Nel migliore dei casi, una miniera sulla Luna potrebbe produrre circa 500.000 tonnellate di titanio all’anno, due terzi di quanto viene estratto al Tellnes. Tuttavia, potrebbero volerci fino a 20 anni per raggiungere una tale capacità produttiva.
In questo lasso di tempo, le miniere terrestri potrebbero facilmente aumentare la loro produzione per soddisfare la domanda globale, mettendo in dubbio la convenienza economica di un’operazione di estrazione lunare.
Tuttavia, estrarre titanio sulla Luna offre un vantaggio che va oltre il suo valore monetario. La frantumazione dell’ilmenite per estrarre il titanio libera anche ossigeno, un elemento cruciale per supportare la vita e alimentare i razzi.
Di conseguenza, le prime missioni minerarie lunari potrebbero concentrarsi più sull’estrazione dell’ossigeno, con il titanio come sottoprodotto, piuttosto che puntare direttamente al metallo.
Sebbene le tecnologie per un’estrazione del titanio sulla Luna siano ancora immature, il potenziale di questa risorsa resta affascinante. Gli autori dello studio riconoscono che difficilmente un progetto di questo tipo verrà realizzato nei prossimi dieci anni, ma con l’evoluzione delle tecnologie, il sogno di estrarre titanio lunare potrebbe un giorno diventare realtà.
FONTE: Universe Today
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