
“La negazione è il nulla. Non è il demolire che importa, ma il costruire qualche cosa che procuri all’umanità una pura gioia”. Questo passaggio di una lettera di Goethe del febbraio 1825 è stato il motto scelto dal presidente del Fondo Ambiente Italiano Andrea Carandini per lanciare la Giornata Fai d’autunno, un’occasione per far uscire dall’ombra dell’abbandono 600 capolavori dell’arte e della storia sparsi in tutta Italia.
E’ la campagna “Ricordati di salvare l’Italia” a cui si può aderire con un sms da 2 euro (cellulare) o da 5 (rete fissa) al 45517. Saranno 3.500 i volontari che accompagneranno i visitatori a seguire i percorsi tematici scelti in ogni città. A Catania si guarderà la città dall’alto andando per tetti, terrazze, camminamenti di gronda, alla scoperta delle meraviglie barocche nate dal terremoto del 1693 che ridusse la città a una tabula rasa.
Giornata Fai d’autunno, porte aperte domenica 15 ottobre
Un’occasione per far uscire dall’ombra dell’abbandono 600 capolavori dell’arte e della storia sparsi in tutta Italia, con 170 itinerari tematici. Domenica 15 ottobre saranno 3.500 i volontari che accompagneranno i visitatori a seguire i percorsi tematici scelti in 185 città. A Catania si guarderà la città dall’alto andando per tetti, terrazze, camminamenti di gronda, alla scoperta delle meraviglie barocche nate dal terremoto del 1693 che ridusse la città a una tabula rasa. E’ la campagna “Ricordati di salvare l’Italia” del FAI, a cui si può aderire con un sms da 2 euro (cellulare) o da 5 (rete fissa) al 45517.
A Bologna le visite avverranno nel segno della musica. Si organizzerà un concerto nel giardino di Palazzo Bentivoglio, abituato da tempo ai festeggiamenti: il conte Girolamo, per celebrare la fine del suo mandato come gonfaloniere, nel 1713 allestì nell’ampia sala da pranzo un laghetto con isole e rive fiorite attraversato da barchette che portavano manicaretti ai commensali. A Milano invece il filo conduttore sarà la conservazione del sapere prima dell’era digitale nelle biblioteche. Si esploreranno archivi di teatri, musei, chiese, aziende. Dall’archivio storico del Piccolo Teatro (il primo Stabile d’Italia fondato nel 1947 da Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi) alla biblioteca del Conservatorio Verdi, dall’archivio dei Pii Elemosinieri (con la grandezza dei ritratti proporzionale alla generosità delle donazioni) alla Casa della Memoria per ricordare come si è arrivati a dare valore a parole come “democrazia” e “libertà”.
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