In Italia i computer quantistici del futuro

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Al via l’accordo italiano per i computer quantistici del futuro. A siglare l’intesa sono Planckian, spin-off congiunto dell’università di Pisa e della Scuola Normale, e il centro QTLab della Federico II di Napoli

Una nuova generazione di computer quantistici più resistenti agli errori, più facili da gestire e più efficienti: è l’obiettivo dell’accordo tutto italiano firmato tra due delle principali realtà nazionali attive nello sviluppo dei computer quantistici a superconduttori, la tecnologia considerata ad oggi come la più promettente.

A siglarlo sono l’azienda Planckian, spin-off congiunto dell’Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, e il centro QTLab dell’Università Federico II di Napoli, dove è stato progettato ed è attualmente in funzione il più potente computer quantistico a superconduttori italiano.

Una delle principali sfide per rendere i computer quantistici più potenti è la scalabilità, ovvero riuscire a passare dagli attuali pochi qubit, gli equivalenti quantistici dei classici bit, a sistemi con milioni di qubit.

Nei dispositivi a superconduttori, che operano a temperature prossime allo zero assoluto, ogni qubit richiede 2-3 linee di controllo, e queste generano calore, errori e difficoltà in termini di costi, dimensioni e consumo energetico.

Planckian sta affrontando questo problema sviluppando chip in cui più qubit condividono la stessa linea di controllo, migliorando così l’efficienza, e l’accordo prevede proprio il test di alcuni di questi dispositivi all’interno dell’Ateneo campano.

L’intesa crea un ponte strategico tra Pisa e Napoli, centri scientifici con una solida reputazione internazionale nel campo della fisica.

“L’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un hub europeo del quantum computing”, afferma Francesco Tafuri, responsabile del QTLab.

«Questo accordo – aggiunge Michele Dallari, amministratore delegato e co-fondatore di Planckian – rappresenta l’esempio perfetto di come l’ecosistema italiano dell’innovazione possa generare valore attraverso la sinergia tra ricerca accademica d’eccellenza e imprese impegnate nello sviluppo di tecnologie strategiche avanzate».

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