”Hey @finkd, eri sul database di LinkedIn con la password ‘dadada’!”, si leggeva invece sul profilo Twitter del CEO di Menlo Park, un chiaro riferimento al furto delle password avvenuto nel 2012 ai danni di LinkedIn che ha messo a rischio i dati (username e password) di circa 110 milioni di utenti compreso quello del guru di Fb. Un danno non da poco che avrebbe permesso di fare breccia oggi anche negli altri social. Ed è proprio al 2012 che risaliva l’ultimo tweet postato da Zuckerberg, deriso per avere utilizzato la stessa parolina (fin troppo ingenua) per accedere ai propri account personali. Stando così le cose, non suona invano l’appello di Microsoft ad avere maggior inventiva per mettere al sicuro le proprie credenziali.
Poche ore dopo il ”danno” a Zuckerberg, comunque, è scomparsa ogni traccia dell’hacking su Pinterest, mentre l’account Twitter del collettivo è stato sospeso. Nessuna replica, per il momento, da parte della piattaforma di micro blogging, così come da Instagram, sito di fotografia acquisito da Facebook quattro anni fa, dove Zuckerberg (seguito da oltre 600 mila follower) ha condiviso solo 30 scatti. Mentre da Menlo Park arriva la smentita rispetto a Instagram, come riportato da VentureBeat: ”Facebook non ha registrato alcun accesso ai sistemi né tantomeno agli account”, ha dichiarato un portavoce della piattaforma blu.
Socialrisk: ”Qualcuno entra nella mia pagina Facebook e usa il mio profilo. Cosa fare? Risponde l’esperto”
A fotografare in tempo la risposta di Zuck su Twitter è stato il sito Engadget, dove si legge la replica alla sfida lanciata dagli hacker: ”Non è vero, andate via”, ha scritto il giovane imprenditore, che non è l’unica ”star” ad avere subito un attacco del genere. La scorsa settimana è stata la volta di Katy Perry, che sul suo account Twitter – in testa alla classifica social per gli oltre 89 milioni di follower – si è vista comparire post ”fuori controllo”. E la popstar è solo una delle ultime della lunga lista di celebrities finite sotto attacco: tra cui Justin Bieber, Britney Spears, Lea Michele, Lady Gaga. Per non parlare del Comando Centrale degli Stati Uniti.
E dopo il caso Ashley Madison, il sito di incontri che lo scorso anno si è visto rubare i dati di 32 milioni di iscritti ad opera di Impact Team, ad aprile un nuovo allarme sicurezza è scattato per BeautifulPeople.com con informazioni sensibili di oltre un milione di utenti trafugate. Segno che le grandi aziende, social compresi, non possono a tutt’oggi contare su sistemi di sicurezza a prova di hacker. Non a caso, i colossi della Silicon Valley hanno istituito un premio, con l’obiettivo di ”trincerare” i propri network, per chi mette alla prova i sistemi individuando e segnalando eventuali bachi di sistema. Ad aggiudicarselo, in tempi recenti, è stato persino un ragazzino finlandese di 10 anni, che da Instagram è riuscito a intascare ben 10 mila dollari per l’impresa.
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