
La Grande Tartaria era una vasta regione ubicata nell’odierna Siberia. Antenata della Russia, esistette fino al XIX secolo, quando fu cancellata misteriosamente. Cosa successe a questo grande impero? E come mai porta con sé tanti misteri?
Sorta durante il Medioevo (ma c’è chi crede fosse molto più antica) questa civiltà antecedente alla nostra, pare divenne molto progredita sia dal punto di vista scientifico, che tecnologico e spirituale, influenzata dai vari popoli che la controllarono o ne entrarono in contatto.
Estesa dal Mar Caspio e dai monti Urali nel suo versante occidentale, sino all’oceano Pacifico in quello orientale, questo regno avrebbe avuto origine da quelle popolazioni che dalla Turchia e dalla Mongolia si diffusero e si insediarono in quella vastissima regione dell’Europa settentrionale, dopo aver sottomesso e saccheggiato le popolazioni che già vi stanziavano, i cosiddetti ‘Tatari’ da cui poi prese il nome Tartaria, tant’è che iniziò ad essere inclusa con questo nome anche nelle mappe geografiche disegnate all’epoca dagli europei.
Ma quale sarebbe il grande mistero intorno a questo regno dimenticato?
I Tartari, sotto il comando di un imperatore o Khan (tra cui i discendenti di Gengis Khan) edificarono molte città, che testimoniano la loro maestria nel realizzare edifici, monumenti e cattedrali. La loro bravura nella costruzione di tali opere, la complessità e la cura del dettaglio faceva pensare che avessero delle conoscenze architettoniche incredibili. Edifici con lo stesso stile sono stati ritrovati in tante altre parti del mondo, quasi a farci pensare che la loro influenza si estese ben oltre i propri confini, come ad esempio all’America del nord, intorno al 1600.
C’è chi sostiene che il loro grande mistero fu rappresentato dall’invenzione e dall’utilizzo di un’energia simile a quella delle bobine Tesla, che misero a disposizione dei loro cittadini gratuitamente.
I monumenti e gli edifici pare fossero illuminati attraverso degli “accumulatori” di energia atmosferica che si trovavano all’interno di speciali catalizzatori sparsi per le città, che assorbivano l’energia e la diffondevano nelle strade intorno a loro. Una specie di energia senza fili. Gli stessi monumenti e i materiali con cui venivano realizzati, pare fungessero da assimilatori energetici.
Per questi motivi, pare che questo grande regno avesse attirato l’attenzione da parte di alcuni gruppi di persone, o direttamente da altri imperi, che probabilmente mostrarono molto interesse verso queste tecnologie, che a quei tempi erano assolutamente sconosciute e innovative, e che, secondo diversi ricercatori alternativi, organizzarono ed attuarono il cosiddetto “Grande Reset” della Tartaria, spazzandola via completamente, ed eliminandola persino dalle carte geografiche, per poter poi sfruttare economicamente queste tecnologie, passando di fatto da un “vecchio ordine mondiale” ad un “nuovo ordine mondiale”.
Ma cosa c’è di vero in tutto questo?
Non lo sappiamo! Aldilà di tutte le ipotesi che si possono fare, veritiere o fantasiose che siano, l’unica cosa certa è che la Grande Tartaria fu sepolta a più riprese da delle “Debris flow” ovvero da enormi tsunami di fango, come si vede dai ritrovamenti di monumenti sommersi o semi-sommersi, osservabili anche in tante foto sparse sul web.
I ricercatori alternativi sostengono anche altre ipotesi, come un devastante terremoto e degli incendi, come si evincerebbe dal ritrovamento di un intero esercito di corpi umani con ossa rotte o incenerite, precedenti allo sprofondamento nel fango.
Le modalità con cui possano essere stati compiuti questi cataclismi in maniera non naturale non si sa, si suppone ad opera di altre tecnologie sconosciute e superiori, ma la cosa certa è che la Tartaria, intorno al 1775, conobbe la sua fine. C’è ancora molto da studiare e da comprendere su questa grande civiltà, ma l’unica cosa che si può dire per concludere, è che, sepolto questo mondo, probabilmente abbiamo perso delle conoscenze incredibili.
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