È l’iniziativa pubblica che partirà i primi mesi del 2017, grazie a due milioni di euro di fondi già stanziati per la sua prima fase di sviluppo, frutto di una collaborazione Mise, MIbact e Agenzia per l’Italia Digitale. Ecco come funzionerà.
Una rete unica wifi con 28 mila punti e un’unica password per accedervi. Per navigare gratis in piazze, alberghi, treni, ristoranti, musei. E con una identità digitale unica che sa tutto ciò che noi utenti abbiamo fatto: i treni che abbiamo preso, le mostre visitate, gli alberghi dove abbiamo dormito. È questa l’iniziativa pubblica “Italia wifi” che partirà i primi mesi del 2017, grazie (a quanto può anticipare Repubblica) a due milioni di euro di fondi già stanziati per la sua prima fase di sviluppo, frutto di una collaborazione tra ministero dello Sviluppo economico, ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e Agenzia per l’Italia Digitale.
Sarà la prima rete wifi di livello nazionale, in grado di seguire l’utente in ogni suo spostamento (preferibilmente il turista, ma chiunque potrà usarla in Italia). Lo scopo ultimo è far crescere il turismo italiano grazie una piattaforma digitale intelligente, superando i ritardi tecnologici che abbiamo con il resto d’Europa in questo ambito. Immaginiamo infatti questo scenario: l’utente (italiano o straniero) si collegherà con un app dedicata a qualsiasi punto wifi che trova, aderente a questa rete: potrà farlo gratis e con un’identità unica, valida su tutto il territorio nazionale; gli italiani potranno usare anche il proprio Spid (il Sistema pubblico dell’identità digitale, www.spid.gov.it, per accedere ai servizi della pubblica amministrazione); gli stranieri invece nell’immediato dovranno dare al sistema un proprio numero di cellulare per ricevere una password usabile per sempre. In futuro anche gli altri cittadini europei potranno usare una identità digitale pubblica già attiva (per effetto del Regolamento Ue Eidas).
Chi viene a visitare l’Italia quindi è contento perché ha un accesso semplice (con una sola password) a internet in tutta Italia. Ma questo è solo il primo modo con cui l’iniziativa vuole dare una mano al turismo italiano. Rete unica vuol dire infatti anche che ci sarà una sola piattaforma intelligente centralizzata, gestita dallo Stato, in grado di gestire tutti gli accessi internet dei turisti. La piattaforma allora saprà dove sono andati gli utenti, quali posti hanno visitato, i mezzi pubblici, gli alberghi e i ristoranti che hanno scelto (ovunque ci sia un accesso wifi). L’effetto pratico sarà duplice, a questo punto. Primo, il sistema turistico italiano avrà una conoscenza approfondita, senza uguali nella storia, delle abitudini dei turisti: potrà quindi meglio calibrare le proprie strategie; secondo, l’utente potrà ricevere offerte personalizzate (da soggetti pubblici o privati) attinenti ai suoi gusti e all’itinerario scelto: consigli di viaggio, di mezzi da prendere, mostre, eventi e così via. Il tutto, sull’app (in arrivo) di Italia wifi.
I due milioni di euro della prima fase serviranno appunto all’app e creare la piattaforma, che collegherà in una rete unica 28 mila punti di accesso wifi già presenti (ma ora appartenenti a reti frammentate). La seconda fase, dopo il 2017, servirà a creare altri punti wifi e a sviluppare l’ecosistema di servizi pubblici e privati.
È non è finita qui perché “grazie all’identità unica collegata alla rete sarà possibile semplificare e persino automatizzare l’accesso a servizi, mezzi, luoghi turistici”, spiega Edoardo Colombo, uno dei massimi esperti di turismo digitale (è stato consulente sotto precedenti Governi). Il turista connesso al wifi potrà fare check in automatico negli alberghi o entrare in mostre o, musei, mezzi pubblici senza mostrare un biglietto: l’identità di accesso conterrà infatti già tutte le informazioni necessarie (i biglietti, per esempio).
“Apprendo con favore dell’iniziativa Italia wifi: ci potrà permettere di colmare il grave divario che c’è nel settore digitale del turismo e della cultura tra il nostro Paese e il resto di Europa”, dice Maurizio Dècina, professore emerito del Politecnico di Milano e uno dei padri di internet in Italia. “Il contributo del turismo online al mercato turistico italiano è basso, infatti: il 33% rispetto al 57% del Regno Unito e il 46% della Francia”, aggiunge Dècina, che già nei primi anni duemila aveva ideato, per primo, un progetto di rete unica wifi pubblica per il turismo. Quindici anni dopo, i tempi sono maturi per rivoluzionare il turismo italiano con le armi del digitale.
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