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Si inizia dalla Germania a combattere le fake news con una nuova legge ad hoc

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In Germania via libera alla legge anti-fake news e odio in rete. Il governo federale ha dato il via libera al progetto di legge che prevede multe fino a 50 milioni di euro in cui incorreranno i giganti del web come Facebook, YouTube e Twitter se non saranno in grado di cancellare o comunque rendere inaccessibili minacce e commenti offensivi e diffamanti, incitazioni all’odio o a reati penali.

Il ministro della Giustizia l’aveva annunciata, attirandosi una marea di polemiche e qualche mugugno di Facebook, oggi il governo tedesco l’ha approvata. Se passa anche la prova del Bundestag, del Parlamento tedesco, sarà la più severa legge anti-fake news del mondo. E il governo Merkel ha assolutamente intenzione di incassare il via libera entro le elezioni del 24 settembre.

I social network come Facebook, Twitter o i siti come YouTube che non rimuovono velocemente link e pagine con contenuti penalmente rilevanti o notizie palesemente false, rischiano fino a 50 milioni di euro di multa; i responsabili dei siti fino a 5 milioni.

Il provvedimento annunciato nelle scorse settimane da Heiko Maas (Spd) è stato arricchito di due articoli che costringeranno i social media a “pulire” velocemente le pagine anche da contenuti pedopornografici o che incitino al terrorismo.

Nei casi più eclatanti – ad esempio di interventi negazionisti rispetto ai campi di concentramento, che in Germania sono vietati – Facebook & Co saranno costretti a cancellarli entro 24 ore. Altrimenti hanno tempo una settimana. E dovranno indicare un responsabile tedesco per i siti, per rendere più semplici i reclami.

Maas ha spiegato oggi che i social media “sono responsabili se le loro piattaforme vengono sfruttate per fake news e calunnie”. La legge arriva dopo circa un anno che il ministero aveva messo sotto osservazione Facebook & Co. per misurare la velocità di reazione a contenuti infamanti e notizie false. Un esame che aveva messo in evidenza, secondo il ministro, tempi troppo lunghi prima della cancellazione delle calunnie o notizie false.

Quando Maas ha annunciato il provvedimento, l’associazione degli editori tedeschi (Verband deutscher Zeitschriftenverleger) VdZ ha gridato alla censura. Ma il ministro socialdemocratico ha replicato che “per noi la libertà d’opinione finisce là dove comincia la calunnia”. Come da prassi, nel resto, nel vecchio mondo fuori dal web.

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