Cripto valute, oltre 2,7 miliardi in mano agli italiani. Gli utenti salgono del 13%. Agli italiani, nonostante i continui allarmi delle authority, i cripto asset piacciono sempre di più. Secondo l’analisi dei flussi trimestrali inviati all’Organismo Agenti e Mediatori (OAM) e dalla Survey condotta in collaborazione con Banca d’Italia e Consob, a Marzo del 2024 il valore totale delle valute virtuali detenute dalla clientela nostrana ha superato 2,7 miliardi.
Un dato che implica un incremento dell’85% rispetto all’ultimo trimestre del 2023. Certo! C’è evidentemente l’effetto mercato in scia alla crescita delle quotazioni delle cryptocurrencies. In primis il bitcoin che ha usufruito, dal 16 Aprile scorso, del volano offerto dall’halving (cioè la riduzione del tasso di produzione della cripto regina). Ciò detto, però, il numero segnala anche il rinnovato desiderio cripto del popolo italico.
Gli utenti
I portafogli maggiormente consistenti, invece, riguardano la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. In particolare, la maggior parte dei clienti nella forma di persone fisiche è compresa tra i 18 e i 29 anni (36%) e tra i 30 e i 39 anni (28%). Seguono le fasce d’età 40-49 anni (18%) e 50-59 anni (12%). Persone più anziane, 60-69 anni e oltre i 70 anni, rappresentano infine rispettivamente il 4% e l’1%del totale.
Le geografie
Al di là dell’età delle persone fisiche, quale la distribuzione geografica dei clienti nella forma di persone giuridiche? La grande parte si trova nel Nord Italia (49%) e all’Estero (31%). Il Centro e il Sud, invece, costituiscono quote minori, rispettivamente l’11% e l’8%.
Sembrerebbe quindi che le attività degli Exchange siano più concentrate nelle regioni economicamente più sviluppate e con maggiore apertura internazionale. La maggior parte dei clienti delle piattaforme di Exchange sono persone fisiche, rappresentando il 99,93% del totale. Le persone giuridiche costituiscono solo lo 0,07%.
I fornitori di servizi
Fin qua, alcune considerazioni riguardo agli investitori. Ma quale la fotografia degli operatori? Sempre dall’indagine conoscitiva Banca d’Italia e Consob, e in collaborazione con l’OAM, sal fauori la metà dei VASP iscritti al Registro sono interessati alla prestazione di servizi in cripto attività quando diventerà applicabile il Regolamento MiCA.
Tra le attività sui si punta ci sono: lo scambio di cripto attività con fondi (45%) oppure di cripto-attività con altre attività (52%). Senza dimenticare, poi, l’esecuzione di ordini di cripto-attività per conto di clienti (48%).
Interesse decisamente minore è stato invece mostrato nei confronti dell’emissione di token collegati ad attività (Asset-Referenced Token, ART): il 45% degli operatori non è infatti intenzionato a richiedere la relativa autorizzazione o a chiederne l’ammissione alla negoziazione.
Token di moneta elettronica
Ancora meno allettante sembra essere l’offerta al pubblico token di moneta elettronica o la loro negoziazione: il 58% dei VASP rispondenti non chiederà la relativa autorizzazione. Per entrambe le attività, tuttavia, si segnala un 36% di operatori che sta ancora valutando le scelte da compiere.
Infine, appena il 12% è intenzionato a notificare entro il primo semestre 2025 all’Autorità competente italiana un White Paper per l’offerta al pubblico o la richiesta di ammissione a una piattaforma di negoziazione di una cripto-attività diversa da un token collegato ad attività o da un token di moneta elettronica.
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