Tra le vittime un’azienda di trasporti e un istituto religioso bolognesi. Duro colpo alla rete di ‘hacker’ capeggiata da Evgeniy Bogachev, sul quale l’Fbi ha messo un taglia di 3 milioni di dollari. Gli agenti di Roma e Bologna, hanno arrestato un 28enne esperto informatico russo.
Il ‘drenaggio di denaro’ va dalle grandi banche, alle aziende fino agli istituti religiosi. La Polizia Postale ha inferto un duro colpo a un gruppo internazionale di ‘hacker’ capeggiata dal russo Evgeniy Bogachev, detto il ‘calvo’, sul quale oltre un anno fa l’Fbi aveva messo un taglia di 3 milioni di dollari.
Ieri gli agenti di Roma e Bologna hanno arrestato un 28enne Russo P.A., in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. felsineo, su richiesta della pm Antonella Scandellari, e sottoposto a perquisizione altre 5 persone tra Bologna, Roma e Parma. Il giovane hacker è accusato di frode bancaria e telematica e riciclaggio di denaro con l’aggravante della transnazionalità: si tratta di un esperto informatico russo, considerato la “mente”, che gestiva tutte le operazioni di riciclaggio del denaro e dirigeva le varie operazioni. E’ tuttora ricercato invece un cittadino moldavo sfuggito oggi alla cattura, sul quale penderà presto un MAE – mandato di arresto internazionale.
Sono almeno 360 le operazioni illecite accertate, per un valore di oltre 1.000.000 di euro, ai danni anche di una importante azienda di trasporti (500mila euro) e di un istituto religioso (120mila euro) bolognesi. In entrambi i casi gli investigatori sono riusciti a recuperare l’intero importo sottratto.
La ‘centrale operativa’ aveva sede a Roma ed era collegata all’organizzazione del latitante Bogachev, recentemente sfuggito alla cattura durante l’operazione dell’FBI “Game Over Zeus”. Dalla capitale venivano gestite le operazioni di riciclaggio di denaro, e le operazioni di esportazione verso l’Ucraina e la Russia di beni di valore acquistati utilizzando carte di credito clonate. “E’ più facile procedere, se la denuncia è tempestiva – ha detto ai cronisti il dirigente della Polizia Postale bolognese Geo Ceccaroli – perchè i truffatori giocano anche sul fuso orario“.
I ‘MAGAZZINIERI’. Alcuni cittadini italiani, reclutati online con la promessa di un posto di lavoro, mettevano a disposizione i loro conti correnti per poi inviare il denaro all’estero tramite ‘Money Transfer’, oppure si rendevano disponibili a ricevere i pacchi degli oggetti acquistati con il denaro rubato, a fotografarli, a strappare le etichette e a rispedirli in Ucraina attraverso una rete logistica di trasportatori: pc, smartphone, ma anche orologi del valore ricompreso tra gli 80 ed i 120.000 euro, acquistati presso note oreficerie del nord Italia. Gli organizzatori proponevano ai loro “magazzinieri” la sottoscrizione di un contratto per prestazioni e offrivano contatti con i responsabili delle società “fantasma” alle quali inviare copia dei propri documenti di identità ed estremi delle proprie coordinate bancarie (IBAN) di conti correnti o carte ricaricabili. In tal modo, il vantaggio era duplice: fidelizzare il collaboratore e ottenere documenti e riferimenti personali utili per altre attività illecite.
La rete di corrieri ucraini riceveva i beni in luoghi prefissati e veniva ricompensata da complici alla consegna delle merci nei paesi dell’Est.
LE INDAGINI. Sono iniziate nel 2014 proprio a seguito della sottrazione dei 500.000 euro dal conto corrente online di una società di trasporti del bolognese. Sono dunque scattate le ricerche telematiche e le intercettazioni che hanno ricostruito il percorso partendo dall’analisi della provenienza dei beni. A tradire il russo che era sempre riuscito a ‘mimetizzarsi, non solo le tracce informatiche, ma anche il suo particolare timbro di voce.
Sono indagati anche due stranieri residenti a Bologna e Parma, ritenuti ‘collaboratori’, mentre il titolare di una gioielleria è stato denunciato per tentata truffa, in quanto avrebbe simulato l’avvenuta consegna del prezioso orologio al ‘facoltoso’ acquirente, con il fine di poter trattenere il denaro già ricevuto oltre che il bene che, invece, era rimasto nella sua disponibilità.
IL MODUS OPERANDI. Partendo dalla sottrazione di codici di carte di credito o di accesso all’home banking, si procedeva con l’invio di email ‘trappola’ o captando l’impiego di carte di credito per acquisti di svariata natura, al fine di acquisire codici di sicurezza. Il messaggio di posta elettronica conteneva un cosiddetto ‘malware’ (software dannoso) per acquisire i codici di home banking e contemporaneamente si procedeva al reclutamento di persone in cerca di lavoro con false offerte d’impiego in qualità di “magazzinieri”, attraverso inserzioni pubblicate nei portali di annunci gratuiti.
TAGLIA DELL’FBI. Taglia record di 3 milioni di euro sul pirata informatico Evgeniy Bogachev, detto il ‘calvo, a capo di una rete di hacker responsabili di aver ‘inoculato’ il virus ‘Zeus’ sui computer di mezzo mondo per ottenere dati di accesso bancari, quindi il calvo è ufficialmente ‘WANTED’, ricercato.
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