Problemi internet in Europa per il sabotaggio di cavi sottomarini

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Cavi sottomarini danneggiati, avanza l’ipotesi di sabotaggio in Europa: ancora ignote le cause. Negli ultimi giorni sono stati tranciati cinque cavi sottomarini per internet in Francia e Scozia. Restano ignote le cause ma i Governi pensano a soluzioni per prevenire nuovi attacchi.

Nelle ultime settimane cinque cavi sottomarini in fibra ottica per la trasmissione di dati internet nel Mare del Nord e nel Mar Mediterraneo sono stati sabotati. I Paesi più colpiti da questi danneggiamenti sono Scozia e Francia, nonostante anche Danimarca, Spagna e persino l’Italia abbiano riscontrato malfunzionamenti nella connessione a internet – anche se nel nostro caso i disagi riguardano quasi esclusivamente la città di Milano.

Al momento resta ignota l’origine di questi sabotaggi – se di sabotaggi si tratta – ma sale la tensione e i vari Governi stanno iniziando a valutare possibili soluzioni per prevenire e limitare futuri attacchi.

I cinque cavi sottomarini danneggiati e i danni subiti

Il primo ad essere stato danneggiato è stato il Shefa-2, un cavo sottomarino lungo circa 1000 km che collega le isole Faroe alla Scozia, a poca distanza dal gasdotto Nord Stream. Il cavo è stato tranciato contemporaneamente in due differenti punti, lasciando senza internet sia le isole scozzesi che quelle danesi – anche se attualmente il governo di Edimburgo non si sbilancia e valuta l’opzione di un danneggiamento causato da qualche nave da pesca.

Shefa–2. Credit: Submarine Cable Map
Shefa–2. Credit: Submarine Cable Map

Di diversa idea è il Governo Francese che il 19 ottobre ha osservato il danneggiamento di tre diversi cavi nel Mar Mediterraneo. Come riportato dalla società di sicurezza cloud Zscaler in una nota, i danneggiamenti avrebbero interessato le linee che connettono Marsiglia a Milano, Lione e Barcellona – nonostante nel comunicato stampa non sia esplicitato il nome dei cavi sottomarini interessati. La Francia quindi, a differenza della Scozia, non crede all’ipotesi del peschereccio e crede si tratti di un sabotaggio, anche se non è chiaro quale Paese possa essere il mandante.

Queste le parole di Hans Tino Hansen, CEO della compagnia Risk Intelligence, in merito alla possibilità che si possa trattare di un peschereccio: La probabilità che questo succeda una volta per errore è bassa, la probabilità che succeda per due volte è insignificante e non esiste nemmeno per una terza e quarta volta, se confrontata con le normali attività di un peschereccio.

Le reazioni internazionali per prevenire nuovi attacchi

La Francia è attualmente il Paese che gestisce più cavi sottomarini in Europa (circa una trentina) e non stupisce quindi che il danneggiamento dei cavi di Marsiglia abbia fatto salire la tensione: Macron ha chiesto una maggiore sorveglianza delle fibre sottomarine, finanziando anche veicoli militari subacquei per la loro salvaguardia. Oltre a questo è in fase di valutazione la possibilità di raddoppiare o addirittura triplicare il numero di cavi, così da evitare il rischio di rimanere totalmente disconnessi dalla rete.francia attacco cavi sottomarini

Vista la situazione, anche il premier britannico Rishi Sunak ha chiesto con urgenza un rapporto sull’accaduto all MI6, i servizi segreti britannici e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha preso provvedimenti, chiedendo che venga effettuato uno stess test sulla rete di cavi sottomarini che interessano l’Unione.

I cavi come nuova dimensione di scontro geopolitico

Al momento uno tra i principali indiziati per questi sabotaggi è la Russia, anche se – ripetiamolo – al momento non ci sono prove certe in merito. Ma per quale motivo i cavi sottomarini sono così strategici?

Al momento il 97% circa delle comunicazioni globali viaggia attraverso circa 430 cavi grandi quanto canne da giardino che corrono sul fondale degli oceani: un loro danneggiamento potrebbe portare a problemi gravi a livello globale, lasciando parzialmente isolati dal web alcuni Paesi. Questo, oltre che a creare dei disagi nella nostra vita quotidiana, renderebbe più difficoltoso il passaggio di informazioni di carattere finanziario o militare, rendendo più vulnerabili intere nazioni.

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