Privacy: via libera all’accordo Usa-Ue su Private Shield

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Lo scudo punta a proteggere i flussi dati attraverso l’Atlantico e va a sostituire il Safe Harbor. Impone un limite allo spionaggio di massa.
Lo scudo per la privacy Stati Uniti-Unione europea ha avuto il via libera. Gli Stati membri dell’Ue hanno approvato l’accordo noto come Private Shield, volto a proteggere i flussi di dati tra una sponda e l’altra dell’Atlantico. L’intesa si propone di sostituire il controverso Safe Harbor, bocciato l’anno scorso dalla Corte Ue perché giudicato insufficiente dopo le rivelazioni nel 2013 dello spionaggio di massa, ad opera dell’intelligence statunitense.

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Il Private Shield è “fondamentalmente diverso” da Safe Harbor, osservano il Commissario Ue alla Giustizia Vera Jourova e il vicepresidente della Commissione Andrus Ansip. “Di fatto – proseguono i due – impone obblighi chiari e forti sulle società che gestiscono i dati e fa in modo che le regole siano rispettate e applicate nella pratica. I consumatori e le aziende – spiegano i due commissari – possono avere piena fiducia nel nuovo accordo”.

Il 2 febbraio, Bruxelles e Washington aveva concordato l’accordo quadro di trasferimento che regolava il flusso dei dati attraverso l’Atlantico. “Per la prima volta, gli Stati Uniti hanno dato l’assicurazione scritta all’Ue che l’accesso delle autorità pubbliche alle forze dell’ordine e alla sicurezza nazionale sarà soggetto a chiare limitazioni grazie a una serie di garanzie e meccanismi di controllo e ha escluso la sorveglianza indiscriminata di massa dei dati dei cittadini europei”, concludono i commissari.

Per 15 anni il Safe Harbour ha permesso agli Usa – così come alle aziende europee – di bypassare le regole di transfert spostando i dati personali dei loro utenti europei su server americani. Ora lo scudo approvato, che verrà ridiscusso ogni anno, riempie un vuoto giuridico imponendo agli Usa un limite proprio all’utilizzo dei dati. La decisione non può che essere accolta favorevolmente dai big della Silicon Valley, a cominciare da Google, Facebook, Apple e IBM. E’ prevista anche l’istituzione di un ombudsman, nel Dipartimento di Stato, incaricato di ricevere le lamentele dei cittadini europei su possibili violazioni della privacy.

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