Piattaforme exchange criptovalute in crisi sistemica

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Genesis, Silvergate e Huobi: continua il caos delle criptovalute. Nel mondo cripto il 2023 è iniziato come si era concluso il 2022: sotto l’onda di Ftx, il crack del primo exchange.

Prima Genesis, poi Silvergate, ora Huobi. Nel mondo cripto il 2023 è iniziato come si era concluso il 2022: sotto l’onda di Ftx, il crack del primo exchange che ha generato un effetto contagio che pare inarrestabile. Almeno tra gli operatori, visto che sul mercato delle singole valute l’impatto è – per ora – almeno in parte più contenuto.

Nelle ultime ore la crisi ha colpito anche la piattaforma di trading Huobi, ultima tra le vittime dell’ecosistema. La società con sede a Singapore ha annunciato che ridurrà del 20% i suoi dipendenti, mantenendo un «team molto leggero» nell’attuale contesto di mercato ribassista. La comunicazione segue quella della società di brokeraggio Genesis Global Trading, che ieri è stata costretta a tagliare del 30% i suoi dipendenti, mentre la società di servizi finanziari per il mondo delle criptovalute, Silvergate, complice un’emorragia di depositi, ha previsto esuberi pari al 40% della sua forza lavoro.

I guru dalle stelle alle stalle

Depositi in fuga, rischi di bancarotta e mercato in subbuglio sono ancora l’effetto del ciclone Ftx. Che però nasconde un problema ben più profondo, di fiducia mal riposta in figure fino a ieri considerate veri e propri guru e oggi diventate truffatori in grande stile.

Genesis, Silvergate e Huobi: continua il caos delle criptovalute.Sam Bankman-Fried, ovverto mister Ftx, martedì si è dichiarato non colpevole di otto capi d’accusa tra cui frode e cospirazione per riciclaggio di denaro. Il 30enne è accusato di aver saccheggiato i depositi dei clienti Ftx per sostenere il suo hedge fund Alameda Research, acquistare immobili e donare milioni di dollari a cause politiche.

Anche un altro imprenditore cripto, Alex Mashinsky, fondatore ed ex Ceo di Celsius Network, nelle scorse ore ha dovuto affrontare una battaglia legale. Una nuova causa intentata ieri dal procuratore generale di New York, secondo il quale Mashinsky ha frodato gli investitori nascondendo la salute fallimentare della sua piattaforma di prestito di criptovaluta ora in bancarotta. Come ricordato da Reuters mentre Mashinsky è stato ceo, tra il 2021 e il 2022, Celsius ha fatto circa un miliardo di dollari in prestiti ad Alameda Research, secondo la causa.

Il caso Silvergate

È di ieri, invece, il tonfo di Silvergate Capital che è arrivata a perdere il 47% sul Nasdaq, dopo che la società specializzata in servizi finanziari e nelle criptovalute ha comunicato che i depositi totali di asset digitali dei suoi clienti sono scesi in un trimestre (dal secondo al terzo del 2022) da 11,9 miliardi a 3,8 miliardi di dollari. La società ha addebitato la fuga di capitali a «una crisi di fiducia in tutto l’ecosistema»cripto, che ha portato «molti partecipanti del settore a passare a una posizione di risk off sulle piattaforme di trading di asset digitali».

Silvergate Capital cita anche i «numerosi fallimenti di alto profilo» degli ultimi mesi, alludendo, tra gli altri, al caso Ftx. Al fine di mantenere il suo bilancio altamente liquido, Silvergate ha venduto titoli di debito del valore di 5,2 miliardi di dollari, generando una perdita di 718 milioni di dollari. Silvergate ha poi annunciato il licenziamento di 200 dipendenti, circa il 40% della sua forza lavoro.

La mannaia di Genesis

Stessa musica per Genesis, che prevede a sua volta di tagliare il 30% della sua forza lavoro in un secondo round di licenziamenti in meno di sei mesi, secondo fonti interpellate dal Wall Street Journal. Genesis, che intermedia risorse digitali per istituzioni finanziarie come hedge fund e gestori patrimoniali, ha annunciato a novembre che la sua piattaforma avrebbe smesso di concedere nuovi prestiti e impedito ai clienti di ritirare fondi, citando le turbolenze del mercato causate dal fallimento di Ftx. Secondo quanto riportato dal quotidiano finanziario americano, Genesis sta prendendo in considerazione la possibilità di presentare istanza di fallimento per il Chapter 11.

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