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Moca 2016, piccoli hacker crescono: il meeting sulla cybersicurezza guarda avanti

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Moca 2016, piccoli hacker crescono: il meeting sulla cybersicurezza guarda avanti
Moca 2016, piccoli hacker crescono: il meeting sulla cybersicurezza guarda avanti
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Dal 19 al 21 agosto l’ex caserma Cocco di Pescara ospita hacker, nerd e smanettoni per discutere di privacy e sicurezza, virus, cyberwar e storia delle culture digitali. Privacy, coding, networking. E poi reverse engineering, virus, hacking, cybersecurity: sono le keyword del Moca 2016, l’hacker camp italiano a Pescara dal 19 al 21 agosto. Ma sono anche le parole chiave della cronaca che in questi giorni ha riempito le pagine dei quotidiani con le notizie della guerra cibernetica tra Russia e America e dell’allarme sicurezza sia per i malware che attaccano il sistema operativo Android che per le versioni infette di Pokémon Go. Parole di strettissima attualità entrate nel lessico quotidiano, grazie all’evoluzione di una cultura digitale cui proprio gli hacker che si incontreranno in questi giorni hanno contribuito.

Dal 2004 il Moca, campeggio hacker in stile nord-europeo, è organizzato dall’associazione culturale Metro Olografix, da sempre impegnata nella riflessione sull’uso critico delle tecnologie informatiche e la difesa dei diritti digitali. A ospitare il meeting quest’anno è l’ex-caserma Cocco della cittadina abruzzese, con ospiti vecchi e nuovi ma all’insegna della continuità, e cioè la voglia di capire, sperimentare e trasmettere agli altri e alle future generazioni. E non è un caso che durante la tre giorni uno spazio ad hoc ”MOKIDS. Piccoli hacker crescono” è dedicato agli hacker del futuro, cioè ai bambini che lì potranno giocare inventando e programmando semplici videogiochi per sviluppare le prime competenze sul pensiero computazionale.

I temi. Il Moca di questa edizione ”risente” dell’allarme sicurezza globale e per questo si parlerà dell’affidabilità dei droni, della vulnerabilità delle aziende ai malware, della pervasività dell’Internet of Things, dell’importanza della crittografia e della sicurezza dell’hardware, pur con un forte accento sui temi dei diritti e delle libertà, cavallo di battaglia di ogni meeting hacker, come già accaduto all’hackmeeting di Pisa dell’aprile scorso.

Nel solco della tradizione, la tre giorni pescarese ripercorre la cultura hacker italiana che è sempre stata una cultura dei diritti e della condivisione, e che ha sempre difeso la libera manifestazione del pensiero, i beni comuni della conoscenza e la tutela della privacy. Memoria storica di questa scena sono Andrea Monti, Denis Jaromil Rojo, Stefano Chiccarelli e molti altri che oggi, finito il tempo della telematica ”amatoriale”, si dedicano alla programmazione creativa e ai temi della sicurezza, con aziende nate come spinoff di questa cultura della programmazione senza confini.

La storia. Con qualche anno in più, sono quegli stessi protagonisti che hanno diffuso la telematica in Italia anticipando il primo collegamento internet tra il Cnr di Pisa e la Pennsylvania e che gestivano i BBS – Bulletin Board System, l’equivalente elettronico delle bacheche affisse sulle pareti dell’università, terreno di crescita e d’incontro di intere generazioni di utenti telematici. Un periodo eroico quando non c’erano ancora le grandi aziende a presidiare le strade del web e bastavano un computer, un modem, una linea telefonica e un paio di programmi di comunicazione per conquistare un posto nel cyberspazio e scambiare file e messaggi relativi alla programmazione e alle reti, alla democrazia elettronica, alla corruzione politica, ai temi sociali e alla sperimentazione artistica.

A dimostrazione della continuità di quelle idee, al Moca verrà presentata la piattaforma di whistleblowing GlobaLeaks, un progetto tutto italiano dedicato ai temi dell’anticorruzione, dell’antimafia e dei diritti umani, basata sulla crittografia, evoluzione informatica della cultura dell’anonimato tipica dei primi hacker. Inotre, si terrà un workshop su Arduino come espressione della cultura del ‘do it yourself’, figlia dell’epoca in cui i computer si assemblavano in casa e il software veniva scritto riga per riga nei garage. E ci sarà pure un incontro che non mancherà di suscitare qualche polemica sul tema della produzione d’informazione dal basso, perché si parlerà della censura di Wikipedia, argomento in linea con la logica hacker di ”dubitare dell’autorità e promuovere il decentramento”, per dire anche un secco ‘no’ all’idea di  tassare i link sul web e di creare corsie digitali preferenziali per chi paga di più in barba alla neutralità della rete.

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