L’intelligenza artificiale crea farmaco per i disturbi mentali

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L'intelligenza artificiale crea farmaco per i disturbi mentali
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Il primo farmaco sviluppato dall’intelligenza artificiale. Al via tra meno di un mese la sperimentazione umana del primo farmaco messo a punto da un sistema di intelligenza artificiale. E non mancano gli interrogativi.

Una casa farmaceutica inglese sta per iniziare i primi test (trial) su esseri umani di un nuovo farmaco interamente sviluppato da un sistema di intelligenza artificiale. 

Il nuovo medicinale si chiama, per ora, DPS-1181, e nasce dalla collaborazione tra Exscentia, un’azienda di Oxford, e la giapponese Sumitomo Dainippon Pharma: il farmaco servirà per la fase iniziale del trattamento di diversi disturbi ossessivo compulsivi.

Prenderesti una medicina sviluppata da un sistema di intelligenza artificiale? | piqsels
Prenderesti una medicina sviluppata da un sistema di intelligenza artificiale? | piqsels

Ricercatore elettronico. Il DPS-1181 è stato formulato da Centaur Chemist, un sistema di AI sviluppato da Exscentia appositamente per la ricerca farmacologica. La nuova molecola è, per chi volesse approfondire, un’agonista dei recettori della serotonina 5-HT1A.

Centaur lo ha sviluppato passando in rassegna tutti i potenziali ingredienti e verificandoli uno per uno rispetto a un enorme database di informazioni scientifiche e genetiche, così da prevederne gli effetti e le potenziali reazioni avverse.

Velocissimo. Centaur ha permesso all’azienda di arrivare in soli 12 mesi ad avere un farmaco pronto da testare sugli esseri umani, rispetto ai 4 anni e mezzo richiesti da un processo di sviluppo farmacologico tradizionale.

«Per sviluppare un nuovo farmaco occorre prendere miliardi di decisioni: (il nostro sistema di AI) rappresenta una pietra miliare nella storia della farmacologia», spiega alla BBC Andrew Hopkins, CEO dell’azienda.

 Centaur non è il primo sistema di AI utilizzato in campo medico: negli ultimi anni le reti neurali sono state impiegate con successo nella diagnostica e nell’analisi di grandi volumi di dati clinici.

Chi lo prova? Il suo impiego nella ricerca farmaceutica apre però numerosi interrogativi. Che reazione avranno i pazienti nel sapere che la loro medicina è stata sviluppata da un computer? E poi: un ricercatore umano, partendo dalle stesse competenze e dalle stesse informazioni, avrebbe realizzato esattamente lo stesso farmaco?

La risposta a queste ed altre domande a partire da marzo, quando inizieranno i trial clinici di DPS-1181.

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