Sul filo del 5G la frontiera dei servizi del futuro. Entro il 2025 gli abbonamenti mobili al 5G supereranno i 2,6 miliardi nel mondo. E a quella data la nuova rete avrà coperto fino al 65% della popolazione e gestirà il 45% del traffico dati mobile a livello globale. I numeri dell’ultimo Mobility Report di Ericsson restituiscono algebricamente l’immagine di una rivoluzione attesa e sperata innanzitutto dall’industria delle tlc che con i nuovi servizi permessi dal 5G spera di poter far risalire la curva dei ricavi.
«Crescita economica, sostenibilità ambientale e inclusione sociale sono possibili grazie alla trasformazione digitale costruita sulle reti ultrabroadband in fibra e 5G», ha detto qualche giorno fa Pietro Guindani, presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, in occasione dell’evento “5G Italy”. «La nuova frontiera dei servizi digitali – ha aggiunto – è già realtà dimostrata dagli oltre 150 servizi smart sperimentati dalle imprese di telecomunicazioni nelle 10 grandi città ove sono stati stretti rapporti di collaborazione con decine di imprese, amministrazioni pubbliche, università e centri di ricerca».
Le attese sul ritorno economico, e non solo, del 5G sono importanti. Come rilevanti del resto sono gli investimenti delle telco, a partire dall’acquisto delle frequenze (6,55 miliardi) fino alla costruzione delle infrastrutture di rete su cui, non a caso, si registra il progetto di società unica delle torri Tim-Vodafone, ma anche l’intesa fra Fastweb e Wind Tre.
Gli operatori però ci credono, confidando soprattutto sulla caratteristica “base” del 5G: non tanto la capacità di impattare sulla comunicazione fra persone (comunque Tim e Vodafone hanno lanciato le loro offerte commerciali consumer sul 5G, anche se in una manciata di città) quanto piuttosto quella di incidere sulla comunicazione fra macchine, grazie a velocità di trasmissione dei dati superiore ai 10 Giga al secondo; possibilità di veicolare una gran mole di dati; tempi di latenza (la risposta agli impulsi) nell’ordine di millisecondi.
Gli esempi di applicazione ormai non mancano, frutto di sperimentazioni che le telco stanno conducendo in collaborazione con partner istituzionali, università, aziende. Va detto che già prima dell’attribuzione delle frequenze a inizio ottobre 2018, gli operatori avevano iniziato a lavorare grazie a porzioni di spettro messe a disposizione dal Mise: Vodafone a Milano; Tim, Fastweb e Huawei a Bari e Matera; Wind Tre e Open Fiber a L’Aquila e Prato. E altre sperimentazioni erano partite in autonomia.
Per fare cosa? Tim, per esempio, oggi all’autodromo di Monza alzerà il velo su progetti per l’utilizzo del 5G nell’automotive. Ma le applicazioni sono le più disparate. La chirurgia a distanza per esempio con Tim che, prima in Europa, a fine novembre ha comunicato di aver permesso, grazie a un visore in realtà virtuale, di “teletrasportare” il professor Giorgio Palazzini dentro a una sala operatoria dell’Ospedale Santa Maria di Terni e interagire per un intervento laparoscopico in tempo reale con l’equipe medica.
Altre applicazioni del 5G riguardano il settore turistico e culturale: con speciali visori si possono effettuare visite immersive da remoto in virtual reality a musei e luoghi storici, con la possibilità di dialogare nello stesso ambiente virtuale con una vera guida turistica collegata da chilometri di distanza. In questo mesi si è sperimentato anche il cloud gaming, con la possibilità di giocare in streaming ma in modalità molto più coinvolgente.
In ottica Industry 4.0, la banda e la latenza del 5G aprono la strada all’uso sempre più massiccio di bracci robotici comandati. Ci sono poi i visori con la realtà aumentata per gestire al meglio e con sempre maggior sicurezza le fasi di lavorazione nelle fabbriche.
Dall’industria all’agricoltura. Sensori da campo piantati nel terreno o installati sulle piante per rilevare parametri come l’umidità; trattori smart in grado di muoversi in autonomia sui campi per arare, seminare o dissodare; wearable applicati al bestiame per acquisire i parametri biometrici dei capi, sono i pilastri dell’agricoltura smart. L’elenco di applicazioni è lungo: dalle soluzioni per la videosorveglianza con i droni al controllo sulla staticità degli edifici. Per il momento promesse, domani sfide da raccogliere.
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