In corso epidemia di morbillo a causa delle fake news

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Morbillo, Europa 2018: in sei mesi quasi doppio delle infezioni dell’intero 2017. Da gennaio a giugno il Vecchio Continente ha registrato oltre 41.000 contagi: lo scorso anno erano stati circa 24.000, e poco più di 5.000 nel 2016. Sono gli effetti pratici di focolai di sfiducia nella scienza medica e di immunizzazioni tardive: l’Italia è tra i 7 Paesi in cui si sono superati i 1.000 casi.

L’impatto di bufale e fake news è reale e oltrepassa i ristretti confini di un tweet: soltanto nei primi sei mesi del 2018 sono stati oltre 41.000 i casi di morbillo registrati in Europa, e almeno 37 le morti per le conseguenze dell’infezione.

Nel 2017 i contagi erano stati 23.927.
Nel 2016 appena 5.273.

Quello riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il 20 agosto è un bollettino di guerra, considerato che l’anno è ancora nel pieno del suo corso. Soltanto nella prima metà del 2018 abbiamo registrato il più alto numero di contagi dal 2010, e l’avanzata dell’infezione è attribuibile ai bassi tassi di immunizzazione.

Una barriera che fa acqua. Il virus non può proliferare in una comunità in cui almeno il 95% della popolazione sia stato vaccinato: questa alta percentuale garantisce che i patogeni non possano circolare perché circondati da soggetti immunizzati contro di essi, e che anche le persone più deboli (perché immunodepresse, come i pazienti in chemioterapia) o che non possono essere immunizzate (come i bambini di età inferiore all’anno, nel caso del morbillo) siano comunque protette.

Fanalino di coda. L’Italia è uno dei sette Paesi, insieme a Ucraina, Francia, Georgia, Grecia, Russia e Serbia, in cui i contagi nei primi sei mesi del 2018 hanno oltrepassato il migliaio. Il numero più alto di infezioni (23.000 casi) si è registrato in Ucraina, mentre il più alto numero di decessi, 14, è avvenuto in Serbia.

Il morbillo è totalmente prevenibile con due dosi di vaccino trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia) da somministrare intorno all’anno di vita e con un “richiamo” attorno ai 5-6 anni. In Italia, dal 1 gennaio al 30 giugno 2018, venti Regioni hanno segnalato 2.029 casi di morbillo, inclusi 4 decessi, e 14 casi di rosolia. Come riporta il bollettino di luglio dell’Istituto Superiore di Sanità, «il 91,3% dei casi era non vaccinato al momento del contagio, il 5,4% era stato vaccinato con una sola dose. Quasi la metà (48,9%) ha sviluppato almeno una complicanza, mentre il 59,5% dei casi totali è stato ricoverato. Inoltre, 87 casi sono stati segnalati tra operatori sanitari».

Non solo puntini. Il morbillo è un’infezione altamente contagiosa causata da un virus, il Paramyxovirus, che si diffonde per via aerea, attraverso tosse e starnuti. In genere si risolve in una decina di giorni, ma lascia lunghi strascichi di vulnerabilità sul sistema immunitario, e può avere complicanze gravi – come meningiti, encefaliti (infiammazioni del cervello), epatiti, polmoniti.

Il virus del morbillo in un'illustrazione scientifica.|Shutterstock
Il virus del morbillo in un’illustrazione scientifica.|Shutterstock
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