I Bitcoin ora accettati in pagamento da grandi aziende

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Pagare con i bitcoin non è più un tabù. Le grandi aziende si adeguano per accettare anche i pagamenti attraverso la criptovaluta. Estendendo le funzioni del bitcoin.

Da qualche giorno, la compagnia telefonica statunitense At&t ha deciso di accettare i bitcoin per il pagamento delle bollette del telefono. La cosa non farebbe notizia, se l’AT&T non fosse la principale compagnia del Nord America, con 160 milioni di clienti tra Stati Uniti e Messico. “Siamo sempre alla ricerca di modi per migliorare ed espandere i nostri servizi”, ha dichiarato Kevin McDorman, vicepresidente di At&t: “Abbiamo clienti che utilizzano le criptovalute e siamo felici di poter offrire loro un modo per pagare le bollette con il metodo che preferiscono”.

In realtà come altri big prima di lei, At&t non accetterà direttamente bitcoin, ma permetterà ai clienti di pagare attraverso un intermediario, in questo caso BitPay. Un metodo di pagamento simile a Paypal che si basa sulla conversione in tempo reale tra criptovalute e monete fiat. Il cliente in pratica paga in bitcoin, BitPay verifica i fondi e accetta la transazione per conto dell’azienda in moneta corrente, proteggendola anche dalla volatilità delle criptovalute. Ma anche con questo “filtro”, si tratta un’innovazione non da poco, perché sdogana i bitcoin come mezzo di pagamento nel salotto buono dell’economia.

Il club degli innovatori

At&t è la prima grande compagnia telefonica ad accettare bitcoin, ma non la prima grande azienda a farlo. Da febbraio per esempio si possono fare acquisti in bitcoin su Amazon usando Moon, un’estensione del browser web che funziona da portafogli virtuale e sfrutta il lightning network. E presto il servizio sarà esteso anche ad altri ecommerce come Aliexpress, Etsy, Ebay e Domino.

Sul portale di viaggi Expedia si può pagare bitcoin già da un po’, grazie a Coinbase. E all’inizio di questo mese un gruppo di rivenditori tra cui Whole Foods, Nordstrom e GameStop hanno annunciato che avrebbero accettato i pagamenti in criptovalute tramite la rete di pagamento Flexa.

Questione di tempo

Se vi state chiedendo come mai tutto ciò avvenga a ben dieci anni dall’immissione del bitcoin sul mercato, non avete torto. E di risposte a questa domanda ce n’è più d’una. Dopo dieci anni il bitcoin ha dato più di una prova della sua affidabilità in fatto di sicurezza e come ha scritto Mark Helfman su Medium, il suo futuro potrebbe essere proprio – inaspettatamente – quello di trasformarsi in una rete di pagamento globale: “Con lightning network e smart contract, il bitcoin ha tutte le funzionalità del moderno pagamento elettronico – solo più veloce, meno costoso e più sicuro”.

Ma a convincere le grandi aziende ad aprire alle criptovalute potrebbe essere stato soprattutto qualche numero di quelli che circolano tra gli addetti del marketing. Le criptovalute piacciono ai millennial, come ha rivelato uno studio importante pubblicato a ottobre da Edelman. Su 1.000 giovani americani intervistati, un terzo ha dichiarato di essere interessato a usare criptovalute. E secondo una ricerca pubblicata qualche mese prima da Yougov, i millennial interessati alle criptovalute sarebbero anche di più, circa il 50%. Chissà se anche Facebook ne era al corrente prima di presentare la sua GlobalCoin.

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