Facebook inizia dalla Germania con i nuovi filtri antibufale

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Il social spera di mettere gli utenti tedeschi in guardia dalle notizie false in vista delle elezioni che si terranno entro la fine di quest’anno. Una verifica per valutare l’efficacia del sistema, che sarà poi esteso ad altri paesi.

I filtri anti-bufale di Facebook sono pronti al varo. E secondo una indiscrezione del Financial Times, poi confermata dal social, i tedeschi saranno i primi a testarne le capacità al di fuori degli Stati Uniti. Una scelta non casuale, che ambisce a essere tempestiva, dato che alla fine di quest’anno in Germania si terranno le attese elezioni federali. Così Fb spera di mettere gli utenti teutonici in guardia dalle notizie false che da tempo stanno circolando tanto sia sul network di Mark Zuckerberg che su siti esterni.

Lo scenario tedesco. Infatti, stando a quanto rivela un’analisi di BuzzFeed News, le storie scritte sia in inglese sia in tedesco che hanno ottenuto maggior popolarità sulle piattaforme sociali nell’anno appena trascorso sono degli articoli ingannevoli che riguardano Angela Merkel. E, in particolare, le sue politiche relative all’emergenza rifugiati. “Molti di questi siti”, scrivono i due giornalisti autori dell’indagine, “mixano un legittimo contenuto politico di parte con informazioni false e cospirazioniste, soprattutto su Islam e rifugiati, in modo da suscitare passione e aumentare il coinvolgimento”. L’obiettivo è screditare il lavoro della cancelliera. Una situazione che preoccupa Berlino. A tal punto che il mese scorso la coalizione di governo ha pensato di introdurre una nuova legge: previste multe fino a 500mila euro alle aziende che, operando nel settore dei social media, dopo una segnalazione non provvedono a rimuovere una notizia falsa entro 24 ore.

Un problema globale. Sembra un film già visto negli Stati Uniti, dove la campagna presidenziale statunitense è stata dominata dalle cosiddette fake news. Un bacino di disinformazione che, per alcuni commentatori, avrebbe preparato il terreno all’elezione del repubblicano Donald Trump. In Italia, la situazione non è di certo migliore. Lo dimostra l’inchiesta di Attivissimo e Puente sui fabbricatori di bufale. E anche la presunta dichiarazione (“Necessario che gli italiani facciano dei sacrifici”) del neo eletto presidente del Consiglio Paolo Gentiloni diventata virale in poche ore, mai pronunciata. Per non parlare della notizia falsa che prima di Natale è stata alla base di tensioni tra il ministro della Difesa del Pakistan e quello d’Israele. Un problema globale. Per questo Facebook – così come le altre compagnie digitali – sta cercando di correre ai ripari. Una decisione che accompagna la recente scelta del social di impegnarsi apertamente nel giornalismo.

Come funziona. I nuovi strumenti anti-bufala di Facebook dovrebbero essere disponibili per gli utenti tedeschi nelle prossime settimane. Funzioneranno così: gli utilizzatori del social avranno la possibilità di segnalare sempre più facilmente le sospette notizie false. Queste segnalazioni verranno poi inoltrate a compagnie di fact checking di base in Germania che hanno siglato l’accordo “Poynter’s International Fact Checking Code of Principles”, tra cui Correctiv. Se l’articolo è ritenuto falso, sarà contrassegnato da un marchio e accompagnato da una spiegazione su come si è arrivati a tale conclusione. Inoltre, Facebook rafforzerà le politiche che minano le ragioni economiche alla base della “produzione” di fake news. E dovrebbe avvisare l’utente quando sta condividendo una baggianata che vedrà la propria visibilità diminuita, comparendo sempre più in basso sulla nostra bacheca.

· “Facebook: Segnalate i post falsi. Il clic anti-bufale che divide il web”

“Impareremo da questi test, li proseguiremo ed estenderemo nel tempo”, ha scritto Áine Kerr, manager of journalism partnerships del social, in un post sul blog della compagnia. La Germania è, quindi, solo la prima tappa. Se funzioneranno, lo sapremo presto. Perplessità suscita pure la facoltàdi lasciare a Facebook e compagnie affiliate di decidere che cosa è disinformazione. Del resto, come ha annotato il sociologo Evgeny Morozov in una recente intervista a Repubblica: “Finché ci sarà libertà di espressione, ci saranno anche notizie false”.

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