E’ possibile prevedere una bancarotta dei Bitcoin ?

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Lo schema Ponzi dei Bitcoin. La discussione attorno al bitcoin è sempre stata molto accesa e ha diviso il mondo tra fan delle criptovalute che vedono nel bitcoin un sistema alternativo alle valute tradizionali, e quello dei critici che invece sostengono che il bitcoin rappresenta un’enorme bolla speculativa con caratteristiche molto simili ad uno schema piramidale.

Se il crollo subito dal bitcoin nel 2018 sembrava aver decretato la vittoria della tesi della bolla, il 2019 ha visto un ritorno di fiamma inaspettato dovuto in parte all’annuncio da parte di Facebook della propria criptovaluta.In realtà esiste una grande differenza tra la Libra, ovvero lo stablecoin annunciato dal colosso dei social network americano e la maggior parte delle criptovalute esistenti.

BitcoinsLa Libra infatti pur sfruttando la tecnologia blockchain comune alle criptovalute, avrà le caratteristiche di un gettone elettronico o di un voucher come quelli emessi già ora dalle società che gestiscono ad esempio i buoni pasto. Dietro ogni unità di Libra infatti dovrebbe esserci un paniere di valute tradizionali ed il consorzio che garantirà la Libra dovrà garantirne anche la convertibilità assicurando quindi anche un rapporto di cambio stabile.

Il bitcoin invece, come l’ethereum e la maggior parte delle criptovalute esistenti, non ha nessun asset o garanzia sottostante. Chi acquista un bitcoin sostanzialmente va a remunerare esclusivamente il venditore. E dunque l’aumento di valore della valuta deriva esclusivamente dalla continua presenza di un flusso di acquirenti in grado di sostenerne il prezzo. A ben vedere quindi il funzionamento del bitcoin è molto più simile a quello di uno schema piramidale che a quello di un sistema valutario.La Piramide dei Bitcoin

L’analisi della distribuzione dei bitcoin va a confermare questa tesi. Secondo il sito bitinfocharts.com che analizza gli indirizzi dei portafogli che possiedono i bitcoin, la grande maggioranza delle monete virtuali appartengono a pochi individui che probabilmente sono stati tra gli ideatori dello schema. Meno di 2.000 soggetti infatti possiedono da soli circa il 42% dei bitcoin per un controvalore a prezzi di “mercato” di circa 75 miliardi di dollari. Questi individui in media hanno guadagnato poco meno di 40 milioni di dollari ciascuno grazie al bitcoin!

Sotto ai vertici della piramide vi è una seconda fascia fatta da circa 150.000 individui che posseggono il 45% circa dei bitcoin. Anche in questo caso parliamo di soggetti che ai valori attuali possiedono una “fortuna” media di circa 500 mila dollari.

Alla base della piramide ci sono infine circa 25 milioni di soggetti che posseggono da pochi dollari a qualche migliaio di dollari in bitcoin. Si tratta con molta probabilità di persone che sono entrate nel giro del bitcoin negli ultimi 2 anni attirati dalle tante pubblicità e dalla promessa di facili guadagni e che hanno generato i guadagni dei soggetti appartenenti alle “fasce” superiori della piramide. Le loro possibilità di guadagno dipendono dalla eventualità che altri si facciano attirare dallo schema.

Cosa succederebbe infatti qualora rallentasse il numero di nuovi utenti di bitcoin? Semplice, il prezzo sarebbe destinato a crollare. Se infatti le possibilità di guadagno del bitcoin sono tutte virtuali e legate all’ingresso di nuovi adepti, il costo dell’infrastruttura è del tutto reale e aumenta man mano che cresce il numero di utenti ed il prezzo unitario del bitcoin.

Secondo una stima di digiconomist.net i cosiddetti miners consumano ogni anno oltre 3 miliardi di dollari di energia elettrica. Ovviamente per sostenere questo costo i miners debbono vendere i bitcoin “guadagnati” ed hanno dunque bisogno un flusso continuo di nuovi soggetti disposti ad acquistarli. Come tutti gli schemi piramidali dunque anche il bitcoin è destinato a crollare quando l’interesse verso la criptovaluta inizierà a scemare. Ed è molto probabile che chi sarà entrato tra gli ultimi verrà a trovarsi con il classico cerino in mano!

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