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Dove si “naviga” più veloce con la fibra in Italia!

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SosTariffe anticipa a Repubblica.it i risultati del nuovo osservatorio, basato su dati di copertura forniti dagli operatori e rielaborati, e su quanto rilevato dallo strumento speed test. La gara Infratel che ora è nel clou e le mosse degli operatori privati colmeranno queste asimmetrie entro tre anni.

L’internet super veloce è più facile trovarla al Sud Italia. Dove è più alta la presenza di reti fibra ottica a 100 Megabit. Il Nord è in ritardo, nonostante la presenza di punte di diamante a Milano, Torino e Bologna, dove si può avere anche una connessione 1 Gigabit in casa.

È anche possibile chiedersi quanti utenti vadano davvero a 100 Megabit (e oltre), in Italia, dato che i risultati reali misurati segnano velocità molto inferiori. È quanto si legge nel nuovo osservatorio di SosTariffe (storico portale specializzato), che possiamo anticipare, dedicato ai paradossi della copertura e delle velocità fibra ottica in Italia. Il tutto, in una fase di forte cambiamenti per il settore: siamo nel clou delle gare Infratel (del Governo) per fare una rete pubblica laddove gli operatori non arrivano e al tempo stesso stanno accelerando i piani dei soggetti privati (Tim, Fastweb, Enel). L’obiettivo è risolvere le contraddizioni dell’internet veloce italiana entro il 2019-2020, quando quasi tutti gli italiani saranno coperti da almeno 100 Megabit.

Nel frattempo, in queste contraddizioni ci viviamo appieno, come fotografato appunto dall’osservatorio. E sono il risultato dei grossi investimenti pubblici con fondi europei 2007-2013, ai quali il Sud deve il 70 per cento della copertura attuale (ergo, se ci fossero stati solo gli investimenti privati, il Meridione sarebbe stato condannato al doppino di rame).

Il 16,28% dei comuni italiani sono coperti dalla fibra ottica. In particolare, la regione che vanta la percentuale più alta di comuni raggiunti dalla fibra, secondo i dati SosTariffe.it, è la Calabria, con quasi il 57% dei comuni coperti. Segue la Campania (41%), la Toscana (36,6%, unica regione non meridionale nel podio), la Puglia (35,2%) e la Sicilia (33,4%).

Al Nord la regione più coperta è il Veneto, con quasi il 24% dei comuni raggiunti da questa tecnologia, seguita all’Emilia Romagna (12%) e dalla Lombardia (un po’ meno del 9%). Siamo intorno al 6,6% in Friuli Venezia Giulia, 5,4% in Liguria, 2,8% in Valle d’Aosta e 2,4% in Piemonte. Fanalino di coda il Trentino Alto Adige, con solo un 1,4% delle località che nel 2017 possono navigare attraverso la fibra ottica.
I comuni del Centro Italia, oltre a quelli toscani già menzionati, sono coperti per quasi il 14% nel Lazio, un po’ meno del 9% in Umbria e poco più del 6% nelle Marche. Molta strada ancora da percorrere per l’Abruzzo, con appena il 2,6% dei propri comuni che dispongono di connessioni in fibra.

La Basilicata è coperta per un 18%, mentre le Regioni meridionali in cui la diffusione della fibra ottica è meno capillare, sono il Molise (5%) e la Sardegna (3%).

Secondo l’indagine EY, la regione con più località raggiunte dalla connessione in fibra a Marzo 2016 era la Campania con il 40% di copertura, seguita dalla Calabria con il 35% e dalla Toscana con il 30%; fanalino di coda ancora l’Abruzzo con il 2% di comuni coperti.

Questi dati di copertura sono una rielaborazione fatta da SosTariffe su informazioni che gli hanno fornito gli operatori. Ma quali sono le velocità raggiungibili? Questo è un altro discorso. Da una parte, ben il 96,6% dei comuni italiani dove è venduta almeno una tariffa in fibra ottica dispone di connessioni che raggiungono al massimo 100 Megabit. Solo nell’1,68% dei comuni coperti si può teoricamente navigare fino a 200 Mbit/s, mentre i 300 Mbit/s in download sono disponibili oggi soltanto nello 0,96% dei comuni italiani.

Rimane ancora un 2% di località toscane dove la fibra raggiunge soltanto i 50 Mbit/s, mentre in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia ci sono ancora utenti che hanno all’attivo offerte in fibra ottica attraverso le quali non possono però superare i 30 Mbit/s in download (rispettivamente il 7,1%, 4,8% e 2,3% dei propri comuni).
Queste sono le velocità commercializzate.

SosTariffe.it ha tenuto conto anche della velocità effettivamente raggiunta dagli utenti che dispongono di una tariffa in fibra ottica e hanno fatto lo Speed Test sul portale.

Le velocità reali mostrano un quadro molto diverso da quello commercializzato dagli operatori (anche se il test non ha rilevanza scientifica, può essere indicativo della situazione).
Le medie superano appena i 50 Mbit al secondo, infatti, quindi circa la metà delle velocità commercializzate.

Secondo i dati estrapolati dallo Speed Test di SosTariffe.it, solo il 13% degli utenti che ha utilizzato il tool ha superato i 90 Mbit/s, e nessuno – in tutta Italia – ha raggiunto 100 Mbit/s di velocità durante il test (anche se qualche utente che l’ha fatto aveva abbonamenti di livello anche superiore, a 200 e 300 Megabit nominali, riporta l’osservatorio). La velocità più elevata registrata dallo strumento è stata pari a 94,19 Mbit/s, raggiunta da un utente di Putignano, in provincia di Bari. Per visualizzare tutte le tariffe in fibra ottica, ordinate in funzione della velocità effettivamente raggiungibile dal proprio comune, si può consultare il comparatore di SosTariffe.it

Le coperture comunque sono destinate a crescere presto.   Tim dice che al 2019 coprirà 95 per cento con la fibra ottica (in 50 città con connessione fino a 1 Gigabit), investendo complessivamente 5 miliardi di euro. Fastweb vuole coprire entro il 2020 il 50 per cento della popolazione in oltre 500 città.

Un altro grosso fattore di sviluppo della copertura viene dalle gare Infratel. La prima, da 1,4 miliardi, sta per essere assegnata a Enel Open Fiber (manca solo l’ultimo passaggio di formalizzazione, previsto in settimana), per la realizzazione della rete in fibra ottica con fondi pubblici in Abruzzo e Molise (lotto 1 della gara), Emilia Romagna (lotto 2), Lombardia (lotto 3), Toscana (lotto 4) e Veneto (lotto 5).
Enel è anche la sola a gareggiare per una seconda gara da 1,2 miliardi, in dieci Regioni (Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia) più la Provincia di Trento, per un totale di 3.710 comuni.

Entrambe guardano a una copertura totale della popolazione, con fibra ottica, entro il 2020. Si intende almeno con fibra fino agli armadi, tecnologia però che già ora può dare fino a 300 Megabit teorici (con lo standard Evdsl, che gli operatori stanno adottando: l’ha fatto Fastweb e ora sta per farlo Tim, con velocità commerciali di 200 Megabit).

Non c’è però da accontentarsi. L’ultimo rapporto della Commissione europea sull’innovazione (il Desi 2017), pubblicato venerdì, dice l’Italia ha fatto già grossi passi avanti per copertura banda ultra larga nel 2017 (aumentata di oltre il 50 per cento, sulla popolazione, in termini relativi), ma è in forte ritardo sull’adozione.

Nonostante il calo dei prezzi, la diffusione della banda larga fissa è ancora troppo bassa rispetto alla media UE (55% della popolazione contro 74%).

Il problema si annida nelle competenze digitali, per le quali non il Desi non registra progressi. Come è indicato nel rapporto, “gli scarsi risultati in termini di competenze digitali rischiano di frenare l’ulteriore sviluppo dell’economia e della società digitali”.

Solo il 44% degli Italiani ha competenze almeno di base, contro una media europea del 56%. Da una parte aumenta troppo poco (del 3%) la quota di popolazione che naviga su Internet (sono adesso il 25% coloro che non sono mai andati in Rete), dall’altra addirittura diminuisce l’uso dei servizi digitali più avanzati (eGovernment e banking).

Sembrano questi i veri problemi che minacciano l’innovazione italiana. Anche perché su questi fronti, adozione di internet veloce e diffusione delle competenze digitali, non sono chiare ancora le politiche pubbliche di supporto; a differenza di quanto avviene per la copertura banda ultra larga.

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