Software @ Management - Assistenza Tecnica e Corsi Informatica ed Internet. Grafica per la stampa ed il web. Creazione ed Aggiornamento siti web. Campagne MMM SEM SEO!

Divieti sulla navigazione anonima internet in Russia e Cina

Vinci tutto supernealotto e giochi Sisal

Divieti sulla navigazione anonima internet in Russia e Cina
Divieti sulla navigazione anonima internet in Russia e Cina
Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM
La Russia vieta i sistemi anti censura: banditi vpn e server proxy. Il presidente ha firmato la legge approvata dalla Duma: proibiti i sistemi che consentono di nascondere l’origine della connessione e navigare in segreto su internet. Mossa simile a quella cinese, dove Apple ha appena rimosso app vpn dal negozio digitale.

DI PROTESTE ce ne erano state molte nelle scorse settimane. Non sono servite a granché: Vladimir Putin ha firmato la legge che vieta agli utenti i servizi di vpn, “virtual private network” e altri come il ricorso ai cosiddetti server proxy che consentano in vario modo la navigazione anonima. Secondo Leonid Levin, capo della potente Commissione parlamentare per la politica dell’informazione, “il nuovo provvedimento non introduce nuovi divieti per i cittadini che rispettano le legge”. Queste le parole riportate dall’agenzia di Stato russa. L’obiettivo, secondo Levin, è solo proibire l’accesso a contenuti illegali.

Il punto, tuttavia, è proprio questo: cosa è considerato “contenuto illegale” in Russia? Spesso, come ha più volte denunciato anche l’ong Freedom House, le leggi approvate con scopi antiterroristici finiscono per funzionare come “un pretesto per bloccare contenuti politici spesso senza alcun intervento giudiziario”. Proprio quanto sta avvenendo da tempo nella federazione, ad esempio con la famigerata legge Jarovaja (dal nome della deputata di Russia Unita, il partito di Putin e del premier Medvedev, che l’ha presentata), quella dedicata alla conservazione dei dati di navigazione in vigore dallo scorso anno, e con il nuovo provvedimento approvato lo scorso 21 luglio in terza e ultima lettura dalla Duma. Adesso, appunto, è arrivata la firma del Cremlino.

Il provvedimento entrerà in vigore dal primo novembre e costituisce l’ennesimo attacco alla libertà della Rete. Si allinea per altro ciò che è accaduto proprio nel fine settimana, quando Apple ha rimosso le applicazioni che forniscono la possibilità di creare vpn, cioè collegamenti “sicuri” fra i propri dispositivi e i server di chi offre il servizio per poi risbucare su internet, dall’App Store cinese. Proprio per rispettare una simile regolamentazione approvata all’inizio dell’anno dal ministero dell’Industria e dell’IT che stabilisce come quel genere di app debbano essere approvate dalle autorità della Repubblica popolare. Una vpn consente di proteggersi contro i blocchi selettivi o la sorveglianza di massa ed è dunque spesso utilizzata proprio nei contesti più pressanti sotto il profilo del controllo delle comunicazioni elettroniche.

La stessa Apple, che sta investendo moltissimo in Cina (da Didi Chuxing al primo data center nel Guizhou), ha inviato una nota ai gruppi che forniscono vpn per comunicare la decisione incassando dure repliche: Express Vpn ha per esempio manifestato disappunto e definito la mossa del governo cinese come “la più drastica” nei confronti di questi sistemi di connessione, già in passato nel mirino delle autorità di sorveglianza di internet.

In Russia si delinea però una situazione se possibile ancora più oscura, specialmente se la si incrocia con la legislazione sempre più stringente approvata nel corso degli anni e che non tiene in alcuna considerazione la riservatezza degli utenti. Dal 2015, per esempio, tutti i dati raccolti da cittadini russi devono essere memorizzati in server fisicamente collocati entro i confini della federazione. Dallo scorso anno, con il provvedimento citato prima, i fornitori di servizi sono obbligati a conservare il traffico degli utenti per archiviare il contenuto di tutte le comunicazioni per un periodo di sei mesi e i relativi metadati per tre anni. Ma soprattutto i servizi che crittografano i dati, dalle chat ai social network, sono costretti a garantire una “backdoor”, cioè un accesso, alle forze di sicurezza russe.

Condividi l'Articolo
RSS
Twitter
Visit Us
Follow Me
INSTAGRAM

Ricerca in Scienza @ Magia

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Inviami gli Articoli in Email:

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Shop @ Magiko - Vendita online di Articoli Esoterici e Magici. Ritualistica e Festival Anno Magico!