Dovrebbero essere piante pioniere, un avamposto del mondo biologico che sopravvive a fatica in terra nemica. Ma ora si stanno cominciando a trovare a loro agio nella penisola antartica: i muschi si fanno spazio, sensibili alla frescura che in alcuni periodi sta prendendo il posto del gelo inospitale. Un buon segnale per l’Antartide, pessimo per il Pianeta. L’ennesima prova di un riscaldamento globale fuori controllo.
I dati vengono da un’indagine sugli ultimi 150 anni condotta da un gruppo di ricercatori dell’università di Exeter e pubblicata su Current Biology. Attraverso l’analisi dei muschi si può risalire all’andamento delle temperature e gli studiosi hanno trovato significativi cambiamenti (concentrati nel periodo compreso tra il 1950 e oggi) in 20 delle 23 serie analizzate. Un fatto associato non solo alla crescita delle temperature – che nelle aree polari procede a un ritmo molto più veloce rispetto alla media globale: 2,5 gradi in mezzo secolo – ma anche alle mutazioni nel regime dei venti e delle precipitazioni.
Antartide, distese di muschio dove prima c’era ghiaccio
Il verde si fa largo, al posto del gelo inospitale. E’ l’ennesima prova di un riscaldamento globale fuori controllo. Lo rivela un’indagine sugli ultimi 150 anni condotta dai ricercatori dell’università di Exeter e pubblicata su Current Biology. Attraverso l’analisi dei muschi si può risalire all’andamento delle temperature e gli studiosi hanno trovato significativi cambiamenti (concentrati nel periodo compreso tra il 1950 e oggi) in 20 delle 23 serie analizzate. Un fatto associato non solo alla crescita delle temperature – che nelle aree polari procede a un ritmo molto più veloce rispetto alla media globale: 2,5 gradi in mezzo secolo – ma anche alle mutazioni nel regime dei venti e delle precipitazioni.
Ma la situazione sta cambiando. Lo testimonia anche un reportage di quattro giornalisti del New York Times che hanno affiancato un team della Columbia University al lavoro in Antartide: “In alcune zone i ghiacciai sono stati erosi dal basso dall’azione di acque più calde e il flusso di ghiaccio sta diventando sempre più veloce: un’accelerazione che ha portato alcuni scienziati a temere di essere all’inizio di un processo inarrestabile di disintegrazione”. Se i ghiacci della penisola antartica dovessero fondere, si calcola che i mari si alzerebbero di circa 5 metri.
Per ora questa prospettiva è relativamente lontana. Ma quest’anno il ghiaccio marino in Antartide si è ridotto in maniera significativa: un altro segnale che dimostra la necessità di azioni rapide. Solo tagliando drasticamente e in tempi molto rapidi il consumo di combustili fossili – avvertono gli scienziati dell’Ipcc, la task force Onu sul clima – si riuscirà a riportare il cambiamento climatico entro limiti accettabili.
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