Non solo social network: la disinformazione passa attraverso l’Internet delle cose. Il test fatto da Bbc con il device di Big G ha rivelato che l’assistente vocale può fornire informazioni false attingendo a siti non sempre attendibili.
LE bufale non ‘viaggiano’ solo sui social network. L’allarme arriva anche da Google Home, il device che tramite assistente vocale fornisce informazioni, risposte e svolge attività online per conto degli utenti, non ancora disponibile in Italia. Alla domanda su un possibile colpo di Stato da parte di Barack Obama, posta da un reporter Bbc, il dispositivo ha risposto con informazioni false, frutto delle ricerche su siti terzi, non sempre attendibili.
In particolare, la voce ha paventato rapporti tra l’ex presidente e comunisti cinesi. Una conseguenza diretta delle news ‘assemblate’ con gli snippet, letteralmente frammenti, che estrapolano dal motore di ricerca brevi contenuti in base alle ricerche chieste dall’utente. Interpellata da Rory Cellan-Jones, Google ha sottolineato di aver già rimosso non solo questa anteprima sbagliata ma anche altre.
I contenuti degli snippet, ha spiegato un portavoce, “vengono anche da siti terzi” e “quando ci viene segnalato che violano le nostre policy lavoriamo velocemente per rimuoverli”. Proprio dallo scorso week-end, Facebook ha iniziato a bollare negli Usa le fake news che circolano sulla piattaforma, con il sistema annunciato a dicembre scorso. Il caso di Google Home tiene accesi i riflettori anche sull’importanza che dispositivi come questo rivestiranno sempre più in futuro.
Alexa, l’assistente vocale di Amazon Echo (omologo di Google Home) è stato anche citato in giudizio per un caso di omicidio negli Stati Uniti. La compagnia, per non rivelarne i dati, si era appellata perfino al primo emendamento della Costituzione americana. Una mozione decaduta visto che ora l’imputato ha deciso sua sponte di voler condividere con la polizia le registrazioni del suo Echo.
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