L’intelligenza artificiale alla prova del colore. Un software programmato per inventare nuovi colori si è rivelato particolarmente abile nel dar loro anche un nome: il risultato è una tavolozza di termini piuttosto esilaranti.
Chi di recente ha dovuto dipingere una parete di casa sa che i nomi dei colori possono essere davvero originali. Ma mai quanto quelli inventati da un software appositamente programmato per trovare nuove sfumature e ribattezzarle in autonomia.
PROVACI TU. Janelle Shae, dottorata in ingegneria dell’Università di San Diego ora impegnata nella ricerca scientifica industriale, ha istruito una rete neurale, un’architettura di algoritmi ispirata alle connessioni tra neuroni nel cervello, su come ricavare nuovi colori a partire da 7700 tonalità di pittura della Sherwin-Williams (un’azienda che si occupa della produzione di vernici) forniti insieme ai codici delle tonalità di blu, rosso e verde necessarie a creare quella sfumatura.
EVVIVA LA FANTASIA. Dopo aver studiato, e dopo vari tentativi di training, il software ha restituito colori dai nomi più o meno rassicuranti. Si va da quelli accettabili – un giallo acceso chiamato Bright Beach, spiaggia luminosa, o un grigio Frosty Stone, pietra gelida – a combinazioni più strampalate: c’è il “Rosa colon”, il “Rosso scoreggione” (Farty Red), il marroncino Dry custard (“crema pasticciera secca”), l’azzurrino “bagnante timida” (Shy bather) e il viola “marrone strano” (Dorky brown).
Questi esercizi di originalità potrebbero un giorno insegnare ai computer a ragionare in un modo più simile a quello umano.
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