
Pronto il primo fondo indice sulle Cryptovalute con passaporto Ue. Arriva da una società Fintech svizzera, ma ha avuto il via libera dall’Autorità di vigilanza finanziaria svedese, la prima gamma di Etp (Exchange Traded Products) che replicano l’anadamento di Bitcoin & co, le nuove Cryptovalute che sono state il fenomeno nascente degli ultimi anni. Grazie al via libera svedese gli Etp che investono in strumenti digitali di Amun ag dispongono infatti ora di un passaporto europeo. Il primo passo per poi chiedere anche la quotazione nelle borse dell’Unione, Piazza Affari compresa.

Fondata nel 2018, Amun ag, con sede a Zugo e uffici a Zurigo, Berlino e New York, ha lanciato diversi primati globali, tra cui il primo indice di cripto valuta (Hodl) quotato in borsa a novembre 2018. Amun ag ha lanciato complessivamente 9 Etp su cripto valute con oltre 55 milioni di dollari di raccolta. Dalla società spiegano: “Con Amun ag, investire in cripto valute è facile come acquistare azioni da una banca o con un broker tradizionale: gli investitori possono facilmente investire in cripto valute utilizzando una struttura Etp tradizionale e in un quadro regolamentato dal Six Swiss Exchange, BX Swiss e Börse Stuttgart”.
Intanto la quotazione della Cryptovaluta più famosa, il Bitcoin, resta in una fase di stallo senza che ci siano segni di un rally di Natale. Oggi la quotazione si attesta a 7.300 dollari, più del doppio di un anno fa, quando l’11 dicembre 2008 trattava a 3.400 dollari. Ma lontana dagli 11.154 dollari toccati il 27 giugno 2019. Dietro questa volatilità estrema il fatto che è un asset class scarsa che non può ancora contare su chiari modelli di valutazione, oltre a essere fondamentalmente illiquida. Ingredienti ideali per creare bolle e successive correzioni.
Già in passato le correzioni avevano seguito rally importanti, facendo del Bitcoin uno degli strumenti più volatili del mercato in una fase in cui invece la volatilità è bassa per bond e azioni. I massicci interventi delle banche centrali hanno di fatto anestetizzato i mercati azionari e obbligazionari, che nel 2019 hanno registrato performance da record. Ma questo non sembra vero per il Bitcoin, che ancora sfugge da chiari modelli di comportamento. A ogni nuovo crollo quindi la memoria va alla famosa bolla dei tulipani, quando nei Paesi Bassi la domanda di bulbi di tulipano raggiunse un picco così alto che ogni singolo bulbo di tulipano raggiunse prezzi monstre per l’epoca. Ma alla risalita folle seguì un crollo che lasciò in miseria molti risparmiatori dell’epoca.
Un caso unico che fece scuola nel mondo dell’economia. Tuttavia in quel caso ci fu una sola bolla, seguita a un crollo. Mentre nel caso del Bitcoin rally e cadute si stanno susseguendo nel corso degli ultimi anni. E questo crea non pochi interrogativi. A partire dal fatto che è difficile stabilire un criterio con cui valutare questa valuta, che fonda il suo valore sul fatto che produrla ha un costo tale da far sì che acquisti lo status di bene scarso, come accade a oro e diamanti. Mentre le valute possono essere emesse dalle Banche Centrali senza un limite fissato. Certo valutare la logica con cui si muovono i miners non è semplice e quindi fare stime su fin dove potrà scendere questa volta il prezzo del Bitcoin è un’impresa ardua.
Ma è così, in parte, anche per gli unicorni di Wall Street. Quelle imprese dell’economia digitale che sono state quotate, quando i loro conti erano ancora in perdita, come scommessa sui futuri guadagni. Le prime hanno avuto successo, mentre nell’ultimo periodo gli investitori si sono mostrati più cauti. E forse lo stesso sta accadendo al Bitcoin, che paga il prezzo della maggiore prudenza presente sui mercati all’avvicinarsi del nuovo anno. Dopo un rally da record la tentazione di portare a casa le performance e mettersi alla finestra è alta, nel timore che il 2020 possa essere un nuovo 2018 in cui l’economia rimbalza, come effetto della generosità dei banchieri centrali, ma gli investitori inizino a vendere spaventati dall’incertezza legata alle trattative sul commercio, dal timore che l’inflazione non riparta e dalla lunga campagna elettorale Usa. Tuttavia, nonostante questa fase di stallo del mercato, l’industria del Fintech si muove per cavalcare il fenomeno e non stupisce che il nuovo passo riguardi proprio un prodotto dell’asset management, ossia una gamma di Etf ad hoc.
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