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Voluntary disclosure, la Svizzera condivide i dati sui residenti

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Voluntary disclosure, la Svizzera condivide i dati sui residenti
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Svizzera, lo scambio di informazioni fa tremare gli stranieri residenti. Dal primo gennaio del prossimo anno Berna scambierà con gli altri Paesi i dati raccolti sui cittadini comunitari che si sono trasferiti nella Confederazione. Chi vuole mettersi in regola con le leggi elvetiche può utilizzare una mini-amnistia, pagando le imposte arretrate per dieci anni. Per chi vuole regolarizzarsi con l’Agenzia delle Entrate l’unica strada è la voluntary disclosure.

Immigrati ed evasori. Una condizione che, a seguito dello scambio automatico di informazioni fiscali tra la Svizzera e l’Ue che entrerà in vigore dal primo gennaio 2018, sta mettendo a dura prova la serenità di decine di migliaia di cittadini comunitari, trasferitisi nella Confederazione, nel corso degli anni, alla ricerca di un lavoro. Il problema riguarda soprattutto italiani, spagnoli e portoghesi, le comunità che, sin dai primi anni ’60, hanno massicciamente contribuito al fenomeno migratorio elvetico. “Secondo la mia valutazione- dice a Repubblica Dino Nardi, coordinatore dell’Unione degli Italiani nel Mondo -gli italiani coinvolti sono tra i 90 e i 100 mila”.

C’è chi, con i soldi racimolati in Svizzera si è costruito la casa nel comune d’origine, senza pensare di dichiarare l’immobile all’autorità fiscale elvetica, come pure coloro che, rientrati in Italia, hanno omesso di dichiarare, all’Agenzia delle Entrate, il conto postale o bancario tenuto aperto in Svizzera, il più delle volte a beneficio dei figli, rimasti a vivere nella Confederazione. “Per il momento- precisa Nardi -il problema riguarda solo i conti bancari e postali e le polizze vita”. “Tuttavia gli uffici fiscali della Confederazione, attraverso la verifica degli estratti di tali conti, indirettamente potranno venire, ugualmente, a conoscenza anche di eventuali redditi italiani quali la pensione INPS o l’incasso di affitti, come pure il ricorrente pagamento di utenze per delle proprietà immobiliari”.

“In Svizzera- spiega ancora Dino Nardi -la questione si può risolvere facendo capo a una mini-amnistia fiscale, che non prevede multe, bensì il versamento delle imposte arretrate degli ultimi 10 anni, con i relativi interessi”. E chi, invece, come si è detto, deve regolarizzarsi con l’Agenzia delle Entrate, per qualche conto in Svizzera mai palesato? “Il mio suggerimento è di far capo alla voluntary disclosure, tutt’ora in vigore”. Fatto sta che, al di là del timore di veder svanire parte dei risparmi di una vita, per un’improvvisa accusa di evasione fiscale, che nulla ha a che vedere con i sofisticati trucchi dei milionari globalisti, coloro che sanno scegliere il Paese giusto dove pagare meno tasse possibili, a migliaia di immigrati che hanno faticato una vita, rimane l’impressione di essere vittime di un’ingiustizia.

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