Vivere più a lungo grazie a una proteina del cervello

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Scoperta la proteina della longevità: è nel cervello. Un nuova ricerca scientifica potrebbe aver individuato la proteina che ci consente di vivere più a lungo.

Qual è il segreto per vivere più a lungo: mangiare bene, non eccedere nei vizi, tenersi in forma, fare attività fisica? Sicuramente sì. Unito a una certa dose di fortuna e – a quanto pare – anche a un cervello che non si lascia sovraeccitare troppo facilmente. Secondo uno studio da poco pubblicato su Nature, infatti, troppa attività cerebrale è collegata a una vita più breve.

Prima che pensiate che per vivere a lungo non si debbano neanche fare le parole crociate, è il caso di riassumere quanto contenuto nella ricerca condotta dalla Harvard Medical School. Basato sull’analisi di cervelli umani, di topi e anche di vermi, si tratta del primo studio che mostra come il nostro sistema nervoso possa effettivamente influenzare la longevità.Ernst HaasGetty Images

Questa correlazione è stata individuata dopo aver esaminato centinaia di cervelli donati alla scienza e “cognitivamente intatti” (ovvero non affetti da demenza senile) di persone anziane e decedute. Le analisi hanno rivelato come le persone morte tra gli 85 e i 100 anni mostrassero un’attività decisamente inferiore dei geni collegati all’iperattività neuronale rispetto a quelle morte più giovani (tra i 60 e gli 80 anni).

Un aspetto in particolare ha colpito i ricercatori: le persone decedute più in là con gli anni producevano una maggiore quantità della proteina REST, già nota per proteggere il cervello dalla demenza. I conti tornano: il ruolo di questa proteina è infatti quello di rilassare il cervello ed evitare che si attivi eccessivamente, sopprimendo l’attività dei geni legati all’eccitazione neuronale.

Le sperimentazioni sulle cavie hanno confermato quanto appreso dagli studi del cervello umano: bloccare la proteina REST provoca un’attività neuronale decisamente più elevata e conseguenti morti precoci. Potenziare invece il REST ottiene il risultato opposto: un’attività neuronale più tranquilla e una vita più lunga.

Il meccanismo ovviamente non è così semplice: la produzione di questa proteina dà infatti il via a una catena di eventi metabolici che regolano la crescita delle cellule e promuovono così la longevità. Secondo Bruce Yankner, lo scienziato che ha condotto lo studio, “la REST e il metabolismo possono collaborare per allontanare le morte precoci” grazie alla capacità di questa proteina di controllare e tenere a bada l’attività cerebrale.

Ma come si fa a definire il confine tra un cervello correttamente tenuto in esercizio e uno che invece sta lavorando troppo? Questa è una delle tante domande a cui gli scienziati non sanno ancora dare risposta. Allenare la mente aiuta infatti a costruire delle nuove reti neuronali e ad attivare dei fattori di crescita molto positivi. Un tipo di attività cerebrale che non quindi ha nulla a vedere con quella dannosa, che si manifesta durante gli sbalzi d’umore, i disturbi bipolari e l’eccessiva ansia. La linea di demarcazione tra questi due estremi, però, è ancora molto confusa.

Per trarre conclusioni è presto: saranno necessari nuovi studi ed esperimenti che comprendano più a fondo come funziona la REST e le reazioni che genera in tutto il corpo. E soprattutto quali siano le attività o le terapie che possono alzare o abbassare l’eccitazione neuronale. Per il momento, insomma, ci sono più domande che risposte.Ernst HaasGetty ImagesNon si può comunque escludere che in futuro sorgano nuovi farmaci – o consigli sullo stile di vita da mantenere – in grado di influire sulla proteina REST e sopprimere la sovraeccitazione del nostro cervello, aiutandoci a condurre una vita più lunga. È lo stesso Yankner a mettere però in guardia da chiunque nei prossimi anni commercializzi qualcosa di simile a un integratore a base di REST o qualche altra pillola magica: “Il pericolo di chi segue la moda degli integratori è che pensano che basti assumerli per poi poter continuare a mangiare hamburger e patatine o non andare in palestra, senza comprendere che così l’integratore non servirà a nulla e che sarà invece il loro stile di vita a ucciderli”.

In sintesi, il fatto che ci siano nuove ricerche e nuove scoperte non significa che quanto sappiamo finora sulle attività e i comportamenti che aiutano ad avere una vita più sana sia sbagliato. “Ci sono un po’ di cose che si possono fare tutti i giorni di cui è confermata l’utilità”, conclude Yankner. “Seguire la dieta mediterranea, consumare pochi grassi saturi e carboidrati raffinati, fare esercizio aerobico e mantenere il cervello in salute prendendosi cura di eventuali problemi di stress, ansia e depressione”. Non sarà una pillola magica, ma al momento l’unica ricetta per una vita lunga potrebbe essere questa.

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