Tremonti, per l’austerità da pandemia fare ricorso al debito pubblico

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Giulio Tremonti, la frecciata contro Mario Draghi: “Dall’austerità e dal Mes al debito”. “Serve un grande piano di ricostruzione nazionale basato sull’emissione di titoli pubblici italiani a lunghissima scadenza e sulla fiducia”. Questa la soluzione di Giulio Tremonti per far fronte alla pandemia globale che pervade anche l’Italia.

Niente patrimoniale perché sarebbe distruttiva di banche e assicurazioni, niente ricorso al Mes e alla troika dunque per uscire dalle brutali secche del coronavirus, Per il ministro delle Finanze nel governo Berlusconi “il debito pubblico può essere nazionale, europeo, nazionale assistito o vigilato dall’Europa. Eurobond significa debito pubblico europeo”. Quella di Tremonti – come ribadisce in una lunga intervista a Formiche.net – è un’idea del 1994, ripresa dal 2003 dalla presidenza italiana e poi nel 2009 dal sottoscritto con Juncker. Se ne è discusso a lungo, anche con prospettive di apertura, ma la troika in Grecia e il governo Monti in Italia hanno messo la pietra tombale sull’ipotesi”.Giulko Tremonti

Ma Tremonti non le manda di certo a dire neppure sul Meccanismo europeo di stabilità, quello che vedrebbe i soldi italiani controllati dall’Ue. “Il Mes è un caso di debito nazionale vigilato dall’Europa attraverso una simil-troika. Uno strumento con poche risorse e tanti vincoli, come ora sembra chiaro anche a chi lo sosteneva con convinta determinazione fino a ieri”. Una piccola frecciatina a Mario Draghi? “Possiamo fare una polemica con chi era austerista fino a ieri, addirittura chiedeva l’anticipo del pareggio di bilancio, e che ora di colpo è diventato debitista.

Non è questione di teoria ma di realtà. Nel dramma del tempo presente servono soldi e l’unico modo per averli è fare debito. Il vincolo è strutturarlo bene e investirlo meglio”. La formula di Draghi “dobbiamo fare debito” è infatti per l’ex ministro uno strumento molto importante e utile. Tuttavia – mette le mani avanti – non è risolutivo. “Non ci sono garanzie sulla durata, sulla quantità dei titoli che è possibile comprare, e sui criteri di riparto per nazione.

La Bce è necessaria ma non sufficiente. La gestione del debito nazionale resta ai singoli Stati”. D’altronde per Tremonti la Bce è stata importante nel 2012 e lo è nel 2020, ma “ha avuto una funzione perversa nel lungo tempo che è passato da allora ad oggi”.

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