Reconsolidation therapy, come eliminare i romantic betrayals

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Se mi lasci ti cancello: ecco la pillola che azzera i ricordi dolorosi. La terapia rivoluzionaria ideata da un ricercatore canadese agisce sul modo in cui il cervello conserva la memoria di eventi passati.

Nel grande registro della nostra memoria ci sono frammenti che possono essere sovrascritti, vuoti in cui costruire nuove storie, come nel montaggio di un film: la voce narrante si sovrappone alle emozioni e le trasforma. In questi interstizi lavora Alain Brunet, docente di psichiatria e ricercatore al McGill’s Douglas Research Center di Montreal, per aiutare le persone che hanno subito forti traumi a lenire il dolore: veterani di guerra, vittime del terrorismo, e da un po’ di tempo anche anime infrante dai tradimenti amorosi.

Brunet si occupa di Post Traumatic Stress Disorder (Ptsd) da 15 anni, ha collaborato anche con altri esperti di Ptsd come il docente di Harvard Roger Pitman, e ha sviluppato un metodo che si chiama “reconsolidation therapy”, terapia di riconsolidamento, che agisce sul modo in cui il cervello registra e conserva un ricordo.

Un’ora prima delle sedute – una a settimana per sei settimane, che può durare da 30 minuti a un’ora – il paziente deve assumere una certa dose di propranololo, un farmaco betabloccante usato di solito per patologie come le emicranie o l’ipertensione. Durante l’incontro con il terapeuta la persona scrive il racconto del suo ricordo e lo legge poi ad alta voce.

“È un po’ come quello che accade con il il computer tra la memoria Ram e Rom”, ci spiega Brunet al telefono da Montreal. “All’inizio il ricordo umano viene incapsulato nella Ram e poi trasferito nella memoria lungo termine, la Rom. Se durante questo processo interviene un’interferenza, quel ricordo verrà salvato in modo diverso”. L’idea è di “ri-registrare il ricordo sotto l’influenza del propranololo che interferisce con la parte emozionale associata a quella memoria”.

Finora Brunet ha trattato così “centinaia di pazienti in 15 anni”, principalmente veterani di guerra e vittime del terrorismo, anche alcuni sopravvissuti alle stragi del novembre 2015 a Parigi.

I risultati delle sue ricerche pubblicati sull’American Journal of Psychiatry parlano di una percentuale di successo del 70%. E adesso il professore canadese si è messo in testa di “curare” anche le ferite sentimentali, i traumi di quelli che definisce “romantic betrayals”, i tradimenti amorosi, come nella storia dolcissima e struggente di Joel e Clementine, i protagonisti di The Eternal Sunshine of the spotless mind, (in italiano: Se mi lasci ti cancello): Clementine che decide di farsi cancellare dalla mente il ricordo di lui, Joel.The Eternal Sunshine of the spotless mind, (in italiano: Se mi lasci ti cancello): Clementine che decide di farsi cancellare dalla mente il ricordo di lui, Joel.

La resistenza della sua memoria, il nuovo incontro. “Non si tratta di cancellare i ricordi, ma di modificare le sensazioni a cui sono associati, un po’ come quando lei pensa a un suo ex: non le fa più male, no?”, sorride Brunet. I fatti restano, custoditi nell’area del cervello che si chiama ippocampo. Cambiano le emozioni che associamo a quei fatti, salvate nell’amigdala.

Ma la domanda resta: perché sterilizzare l’esperienza, privarci – sì, anche – del dolore? Brunet è convinto di sfidare un tabù, “l’idea che ci sia qualcosa da imparare dalla sofferenza. Non nego che in parte sia così, ma di quanta sofferenza abbiamo bisogno prima che diventi inutile? Dobbiamo accettare che le persone soffrano fino al punto magari di arrivare anche al suicidio? Stiamo parlando di casi specifici di persone che dopo mesi, se non anni, continuano a soffrire in una maniera tale da non riuscire ad avere una vita normale”.

Come la donna francese che un giorno si è presentata nel suo ufficio, incapace di qualunque cosa: era stata abbandonata dal marito con due figli piccoli. La terapia ha funzionato, lei si è ripresa la sua vita, nessuno dei pazienti ha mai chiesto di tornare indietro, racconta il dottore: “Il rischio di abusi con il nostro metodo è molto basso”.

Eppure ci vuole prudenza. Intervenire “sull’aspetto fisiologico della rievocazione dei ricordi diminuendone l’intensità e le sensazioni associate per ridurre anche la sofferenza non è una strada nuova”, spiega Francesco Cro, psichiatra del dipartimento di salute mentale di Viterbo. Assumere farmaci per superare i traumi si può fare, si fa, ma bisogna procedere con molta attenzione, affidandosi a un medico e seguendo protocolli precisi. “Sempre di più gli approcci psicoterapeutici si associano a interventi somatici perché si è visto che il trauma viene ricordato anche dal corpo. È una strada promettente ma i farmaci vanno usati con cautela”, precisa Cro. “Il propanololo ha effetti sul sistema cardiovascolare, abbassa la pressione, influisce sul ritmo cardiaco, va preso sotto controllo medico”.

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