
Il fumo: storia di un vizio mortale. Da dove è iniziata l’abitudine di fumare, una “dannata abitudine” secondo i moniti dell’Organizzazione mondiale della sanità e dei medici di tutto il pianeta? La storia del fumo e delle sigarette: da strumento religioso a droga di Stato.
Il fumo, all’inizio delle civiltà umane, non era oggetto di consumo di massa ma qualcosa di sacro: era un’esclusiva dei sacerdoti. Quelli Maya e Atzechi, già verso il mille a.C., soffiavano il fumo verso il Sole e in direzione dei punti cardinali per comunicare con le divinità. La nuvoletta di fumo, “immateriale” proprio come potrebbe essere uno spirito, era un’importante strumento religioso.
Il fumo di tabacco, descritto per la prima volta all’epoca della scoperta dell’America da cronisti come Bartolomeo de Las Casas, era usuale fra i Taino (popolazione precolombiana che abitava l’attuale Santo Domingo): «Gli indiani mischiano il fiato con un’erba chiamata pentum (o tabago) e soffiano come dannati». Anni dopo, il governatore spagnolo di Santo Domingo, Don Fernando Oviedo, aggiungeva: «Fra le molte sataniche arti, gli indigeni ne posseggono una altamente nefasta, l’aspirazione del fumo delle foglie che essi chiamano tabacco che produce in loro un profondo stato di incoscienza».




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