Per vivere di più occorre mangiare oli, semi, soia e salmone

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La salute passa per prima cosa dall’alimentazione: ormai è certezza. “Siamo quello che mangiamo” si è solito dire e gli studi negli ultimi anni non hanno che confermato questo detto. Infatti stare bene e vivere più a lungo si può anche grazie a piccole accortezze a tavola.

Una ricerca Usa senza precedenti per ampiezza e durata, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista JAMA Internal Medicine ha voluto fare chiarezza su tante informazioni discordanti in ambito nutrizionale e orientare le nuove raccomandazioni alimentari statunitensi, patria dell’obesità e del cibo spazzatura.

Consumare elevate quantità di oli vegetali (d’oliva ad esempio), di semi (di lino, girasole), frutta secca, pesci come il salmone, soia e altri alimenti ricchi di grassi insaturi, sono le prime indicazione di questa dieta “della longevità”.

I ricercatori raccomandano di sostituire proprio con questi grassi insaturi buoni quelli saturi “cattivi”, ovvero quelli di origine animale come lardo, burro, grassi di carni rosse, e ancor di più i grassi “trans” onnipresenti nel cibo spazzatura o più in generale in quello confezionato industriale, da snack a salatini a fast food.

Lo studio ha coinvolto oltre 126 mila individui, il cui stato di salute è stato monitorato per un totale di 32 anni. Ogni 2-4 anni i partecipanti hanno risposto a questionari sulla propria dieta, gli stili di vita e la salute. Nel corso del periodo di monitoraggio gli epidemiologi Usa hanno registrato 33.304 decessi per varie cause (ad esempio tumori, infarto, ictus) e hanno così calcolato le chance di vivere a lungo o il rischio di morte prematura in base al tipo di grassi presenti nella dieta di ciascuno.

Questi i risultati più importanti dello studio: sostanziosi consumi di alimenti ricchi di grassi insaturi sono risultati associati a una riduzione dell’11-19% della mortalità per tutte le cause. Viceversa, per ogni aumento del 2% dei grassi trans (ad esempio presenti in margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, dadi, alimenti da fast-food) si ha un aumento del 16% del rischio di morire prematuramente.

E ancora, sostituire il proprio apporto dietetico di grassi (sia saturi sia insaturi) con zuccheri (carboidrati) troppo raffinati (come quelli presenti in dolci, bibite, nello zucchero semplice) aumenta il rischio di morte.

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