Leucemia linfatica cronica, approvato un nuovo trattamento. L’Aifa autorizza anche nel nostro paese la rimborsabilità di una nuova associazione di farmaci. E’ stata approvata dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) la rimborsabilità in Italia di venclyxto (venetoclax) più rituximab per il trattamento dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica recidivante/refrattaria che hanno ricevuto almeno una terapia precedente.
“L’associazione di venetoclax più rituximab permette di aumentare il numero di remissioni complete e il tasso di risposta complessivo nei pazienti con LLC già precedentemente trattati”, spiega Alessandra Tedeschi, dirigente medico di i livello presso la divisione di ematologia dell’ospedale Niguarda cà granda di Milano. “Questa combinazione – prosegue Tedeschi- è in grado di raggiungere un importante livello di riduzione della mrd (minimal residual disease: malattia minima residua) che si traduce in un prolungamento del tempo di sopravvivenza libero da malattia in tutte le categorie di pazienti, anche quelli con caratteristiche biologiche sfavorevoli. L’aggiornamento dei dati dello studio murano a 48 mesi di follow-up permette di confermare l’efficacia sostenuta della combinazione venetoclax più rituximab con durata fissa del trattamento”.
Grazie ai risultati dello studio clinico di fase 3 murano, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di venclyxto (venetoclax) in combinazione con rituximab rispetto a bendamustina in combinazione con rituximab, la Commissione europea ha approvato nel mese di ottobre 2018 la nuova combinazione.
“La rimborsabilità in Italia del primo regime terapeutico somministrato per un periodo fisso e senza chemioterapia rappresenta un importante passo in avanti per la comunità scientifica e, soprattutto, per i pazienti affetti da leucemia linfatica cronica recidivati o refrattari” sottolinea il professore Antonio Cuneo, direttore della sezione di Ematologia dell’Aou Arcispedale Sant’anna di Ferrara.
La LLC è una forma di leucemia a crescita lenta, a causa della quale viene rilevato un numero eccessivo di linfociti immaturi (un tipo di globuli bianchi), in prevalenza nel sangue e nel midollo osseo. Rappresenta circa un terzo delle nuove diagnosi di leucemia nella Ue.
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