Maxi concorso per assunzioni nelle scuole pubbliche

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Scuola, Bussetti firma il bando: ecco il concorso straordinario per 12mila maestri diplomati e laureati. Annunciato nel decreto dignità, partirà a breve la prova non selettiva per sanare diverse posizioni: sarà il punteggio a stabilire chi entrerà in ruolo prima. Protestano però gli idonei del concorso del 2016, che temono di non essere assunti.

Docenti assunti e poi licenziati, precari, diplomati alle magistrali: per queste “categorie” di insegnanti arriva il concorso riservato, annunciato nei mesi scorsi dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, per scuola primaria e dell’infanzia. Il ministro ha infatti firmato il bando che dovrebbe aprire le porte della scuola a circa 12mila maestri. Ma la decisione ha già suscitato le proteste degli idonei alla selezione che si è svolta nel 2016. Bussetti parla di “impegno mantenuto” e promette che “presto (arriverà) anche il bando del concorso ordinario”.
Questa tornata, che dovrebbe partire in tempi utili per immettere in ruolo i vincitori entro il mese di settembre 2019, è stata inserita nel decreto Dignità per sanare la posizione dei 7mila docenti dapprima assunti in ruolo, o come supplenti, attraverso le graduatorie ad esaurimento in virtù di provvedimenti cautelari dei giudici amministrativi e poi licenziati a causa di una sentenza del Consiglio di Stato che nei fatti ha dichiarato quelle stesse assunzioni illegittime. Ma al concorso bandito oggi, oltre ai docenti assunti e poi licenziati, parteciperanno anche tutti coloro che sono in possesso di un diploma magistrale, conseguito entro l’anno 2001/2002, o di una laurea in Scienze della formazione primaria e hanno svolto almeno due anni di servizio nel corso degli ultimi otto anni.

 Il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti (fotogramma)
Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti (fotogramma)

La procedura si svolgerà su base regionale e sarà aperta anche agli insegnanti di sostegno, sempre di infanzia e primaria. Il numero di 12mila candidati è stato ipotizzato in base ai requisiti di ammissione al concorso, soprattutto ai due anni di precariato svolto negli ultimi otto. Ma i partecipanti potrebbero essere anche di più. E siccome la prova non sarà selettiva (non ci saranno bocciati) tutti i partecipanti otterranno il lasciapassare per le liste regionali da cui ogni anno verrà reclutata una parte degli immessi in ruolo. La prova consisterà in una lezione simulata di 30 minuti e un colloquio di 15 minuti in cui verrà saggiata anche la preparazione sull’uso delle tecnologie informatiche e sulla conoscenza della lingua straniera. Una formalità. E alla fine sarà il punteggio a stabilire chi entrerà in ruolo prima e chi dovrà attendere qualche anno. Perché ai vincitori di questa tornata riservata andrà metà dei posti destinati ai vincitori di concorso, che ammontano alla metà di tutti i posti assegnati dal ministero, in quanto l’altra metà è destinata ai precari storici inseriti nelle liste provinciali ad esaurimento. Il contingente dei posti ammonterà quindi al 25% del totale.

Tutti contenti? Nient’affatto. “Con questo concorso si lederà il merito di coloro che hanno superato un concorso selettivo: gli idonei 2016”, spiega Maria Rosaria Esposito, una delle idonee alla prova di due anni fa. Anche in questo caso, si tratta di un enorme pasticcio determinato dalla stratificazione di provvedimenti che si sono accavallati nel corso degli anni. Nel 2016, l’allora ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, bandisce un concorso che garantisce la cattedra a tutti coloro che si piazzano entro il numero di posti messi a bando, ma non agli idonei: chi si è piazzato dopo. Gli interessati 2016 chiedono al governo gialloverde di “rendere permanente le graduatorie di merito 2016” fino all’assunzione di tutti gli idonei. Invece, una parte dei posti andrà ai vincitori del concorso riservato bandito da Bussetti e l’altra parte ai vincitori del concorso ordinario che lo stesso ministro ha annunciato oggi. Una eventualità che fa tremare i polsi agli idonei 2016, giacché le loro graduatorie decadranno con l’approvazione delle nuove graduatorie del concorso ordinario.

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