L’Irlanda sta pensando di introdurre la filosofia tra le materie scolastiche già dalle elementari. Per offrire ai ragazzi gli strumenti per un pensiero critico che guardi (anche) al futuro del lavoro. Nel 2013 alcuni economisti della Oxford University fecero una previsione: entro i prossimi venti anni più della metà dei lavori saranno sostituiti dalla tecnologia. Non solo fabbriche e catene di montaggio, ma anche uffici, redazioni e altri impieghi da “colletti bianchi”. I robot stanno sconvolgendo il mondo del lavoro e rappresentano ormai una realtà di cui le economie dei Paesi industrializzati devono tenere conto. Diventa allora fondamentale ripensare la formazione, immaginare modi nuovi di educare le nuove generazioni. Cosa insegnare ai ragazzi per dargli una possibilità di trovare un lavoro? Una risposta potrebbe arrivare dalla filosofia.
L’Irlanda che premia la filosofia
I lavoratori di domani dovranno essere capaci di spaziare su più campi, di mettere insieme diverse materie e competenze, insomma di essere pronti a dare una risposta a quelle domande che non si possono fare a Google. Quali sono le ramificazioni etiche dell’automazione delle macchine? E le conseguenze politiche di una disoccupazione di massa? Come distribuire la ricchezza in una società digitalizzata? Questioni di questo tipo possono essere affrontate solo se si possiedono gli strumenti intellettivi per ragionare su certi temi. Per questo il presidente irlandese Michael Higgins ha introdotto la filosofia tra le materie insegnate nelle scuole del suo Paese. «L’insegnamento della filosofia – ha spiegato – è uno degli strumenti più potenti che abbiamo a nostra disposizione per far imparare ai ragazzi come comportarsi in maniera libera e responsabile in un mondo che è sempre più complesso, interconnesso e incerto».
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