Scoperta nel cervello la ‘casa dell’amore’. Studio finlandese svela dove risiedono i sentimenti per figli, partner e animali. Un team di scienziati dell’università di Aalto ha indagato sei tipi di amore, ognuno dei quali illumina parti diverse del nostro cervello. Quello genitoriale sembra avere una marcia in più.
L’amore? Una questione di cervello. A differenza di quello che vorrebbe la tradizione che continua a fare riferimento al cuore. Nulla di nuovo in realtà, se non per il fatto che adesso sappiamo in quale parte della nostra mente dobbiamo andarlo a ricercare.
Un team di scienziati dell’università di Aalto, in Finlandia, guidati dal ricercatore-filosofo Pärttyli Rinne, ha infatti scoperto dove si trova esattamente la ‘casa dell’amore’. O meglio in quali angoli della nostra mente si annida.
Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista ‘Cerebral Cortex’ (una rivista di neuroscienze edita dalla Oxford University Press), hanno portato la ricerca dell’amore a un livello completamente nuovo, rivelando che diverse tipologie di questo sentimento illuminano parti diverse del cervello.
Così si scopre che noi usiamo la parola amore in una sconcertante gamma di contesti, dall’adorazione sessuale all’amore dei genitori o all’amore per la natura. L’idea dei ricercatori è che un’immagine più completa del cervello potesse far luce sul perché usiamo la stessa parola per una raccolta così diversificata di esperienze umane.
Seri tipi di amore e la misurazione
I ricercatori dell’ateneo finlandese hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale per misurare l’attività cerebrale mentre le persone arruolate nello studio rimuginavano su brevi storie relative a 6 diversi tipi di amore. “Ora forniamo un quadro più completo dell’attività cerebrale associata a diversi tipi di amore rispetto alle ricerche precedenti”, afferma Rinne. “Il modello di attivazione dell’amore viene generato in situazioni sociali nei gangli della base, nella linea mediana della fronte, nel precuneo e nella giunzione temporo-parietale ai lati della parte posteriore della testa”.
L’amore per i figli
L’amore per i figli ha generato l’attività cerebrale più intensa, seguito da vicino dall’amore romantico. L’amore genitoriale sembra infatti avere una marcia in più: “Si è verificata un’attivazione profonda nel sistema di ricompensa del cervello nell’area dello striato mentre si immaginava il sentimento in questione, e questo non è stato osservato per nessun altro tipo di amore”, afferma Rinne.
L’amore per il partner e le altre persone
Anche l’amore per i partner romantici, gli amici, gli sconosciuti, gli animali domestici e la natura facevano parte dello studio. Secondo la ricerca, l’attività cerebrale è influenzata non solo dalla vicinanza dell’oggetto d’amore, ma anche dal fatto che si tratti di un essere umano, di un’altra specie o della natura. Non sorprende che l’amore compassionevole per gli estranei sia stato meno gratificante e abbia causato una minore attivazione cerebrale rispetto all’amore nelle relazioni strette, ragionano gli autori.
L’amore per gli animali e la natura
I proprietari di animali domestici, continuano gli autori, possono essere identificabili tramite l’attività cerebrale. La sorpresa più grande, evidenziano gli scienziati, è stata che le aree cerebrali associate all’amore tra persone sono risultate molto simili, con differenze che risiedono principalmente nell’intensità di attivazione.
Tutti i tipi di amore interpersonale, infatti, attivavano aree del cervello associate alla cognizione sociale, in contrasto all’amore per gli animali domestici o per la natura. “Sei a casa, sdraiato sul divano, e il tuo gatto domestico si avvicina a te. Il gatto ti si rannicchia accanto e fa le fusa assonnato. Ami il tuo animale domestico”. In media, le risposte cerebrali dei soggetti a un’affermazione come questa hanno rivelato se condividevano o meno la loro vita con un amico peloso.
“Quando si considera l’amore per gli animali domestici e l’attività cerebrale ad esso associata, le aree cerebrali legate alla socialità rivelano statisticamente se la persona è o meno proprietaria di un animale domestico. Quando si tratta di proprietari di animali domestici, queste aree sono più attivate rispetto a chi non ne ha uno”, afferma Rinne.
Un altro elemento che emerge è che l’amore per la natura ha attivato il sistema di ricompensa e le aree visive del cervello, ma non le aree cerebrali sociali.
I test
Le attivazioni amorose sono state controllate nello studio con storie neutre in cui accadeva molto poco. Ad esempio, guardare fuori dal finestrino dell’autobus o lavarsi i denti distrattamente. Dopo aver ascoltato la versione di un attore professionista di ogni ‘storia d’amore’, ai partecipanti è stato chiesto di immaginare ogni emozione per 10 secondi. Anche in questo caso l’immagine del cervello in vibrazione è stata colta dagli strumenti della scienza.
Alla ricerca dell’amore
Questo non è il primo tentativo di ‘trovare l’amore’ per Rinne e il suo team, che include i ricercatori Juha Lahnakoski, Heini Saarimäki, Mikke Tavast, Mikko Sams e Linda Henriksson. Gli esperti hanno intrapreso diversi studi volti ad approfondire la nostra conoscenza scientifica delle emozioni umane. Il gruppo ha pubblicato una ricerca che mappa le esperienze corporee d’amore dei soggetti un anno fa, con lo studio precedente che collegava anche le esperienze fisiche d’amore più forti con strette relazioni interpersonali.
La comprensione dei meccanismi neurali dell’amore, evidenziano, non solo può aiutare a orientare le discussioni filosofiche sulla natura dell’amore, della coscienza e delle relazioni umane. I ricercatori sperano anche che il loro lavoro possa migliorare gli interventi sulla salute mentale in condizioni come disturbi dell’attaccamento, depressione o problemi relazionali.
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