“Come evidenzia l’Oms – sottolinea il presidente della Società italiana di Psicopatologia, Alberto Siracusano – il carico dei disturbi mentali sta aumentando e comporta forti ripercussioni sulla salute e importanti conseguenze sociali, economiche e per i diritti umani”. Anche se a determinare la sofferenza mentale concorrono cause non solo di tipo sociale ma anche neurologico, gli esperti ricordano che “la situazione di ansia generale è innescata dalla paura di quello che potrà accadere”.
Secondo l’Oms, nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari, con una stima di prevalenza pari ad un individuo su sei, e con una probabilità di ricaduta compresa in un range tra il 35% e il 65%. Secondo le stime dell’Oms ne soffrono 322 milioni di persone. La diffusione di questo disturbo interessa entrambi i sessi, con una prevalenza doppia nelle donne rispetto agli uomini, e tutte le fasce di età, con un tasso di prevalenza del 4% sotto i 18 anni.
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Solo per restare in Italia, sono 4000 le persone che ogni anno si tolgono la vita, con un aumento dal 2008 (anno dell’inizio della crisi) di un +12% di suicidi negli uomini giovani e adulti in età lavorativa, vale a dire dai 25 ai 69 anni.
Schiavi del web. Rispetto al passato, oggi il disagio mentale si presenta in una veste diversa. “E’ sempre più rilevante nell’ambito delle varie patologie – spiega il Luigi Ianiri dell’Università Cattolica del Sacro Cuore- il dato delle dipendenze comportamentali che si stanno affiancando ai disturbi da uso di sostanze, considerando che oggi le due più importanti dipendenze sono il gioco d’azzardo patologico e la ‘internet addiction‘. Con la differenza che nell’attuale classificazione ufficiale dei disturbi mentali, il gioco d’azzardo è stato codificato, mentre la patologia legata alla dipendenza da internet ha bisogno ancora di tempo, perché mancano i riscontri di evidenza scientifica”.
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