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Inflazione sotto il 2% annuo anche nell’Eurozona

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Inflazione sotto il 2% annuo anche nell'Eurozona
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L’Istat certifica un rallentamento anche per il cosiddetto “carrello della spesa”, che sale del 2,3% annuo ma scende dello 0,9% mensile. nell’Eurozona la dinamica dei prezzi al +1,5%, dal +2% di febbraio.

Piccolo rallentamento nella ripresa dei prezzi, tanto in Italia che nell’Eurozona. Una indicazione importante per la Bce di Mario Draghi, ancora impegnata nel sostegno all’economia attraverso il Quantitative easing (gli acquisti scendono da aprile a 60 miliardi al mese, dagli 80 precedenti) e con i tassi ai minimi. Da più parti, ma soprattutto dalla Germania, si chiede infatti al governatore di togliere il piede dall’acceleratore degli stimoli, paventando il rischio di una impennata dei prezzi. Rischio che questi dati ridimensionano.
Secondo la stima preliminare dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, non varia su base mensile e registra un aumento dell’1,4% rispetto a marzo 2016 (era +1,6% a febbraio, al top da quattro anni). A questo punto, l’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,1%.
Sempre a marzo, nell’Eurozona la dinamica dei prezzi al +1,5% dal +2% di febbraio. E’ la stima flash di Eurostat. Guardando alle componenti, l’energia ha il tasso più alto ma in discesa rispetto al mese precedente (7,3% contro 9,3%), seguita da alimentari, alcol e tabacco anche loro in calo (1,8% contro 2,5%), servizi (1% contro 1,3%) e beni industriali non energetici (invariati a 0,2%).
Tornando all’Italia, frenano anche i i rincari sul cosiddetto “carrello della spesa”: la crescita dei prezzi su base annua dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona si ferma al 2,3%, dal 3,1% di febbraio. E su base mensile l’indice gira in negativo, segnando un ribasso dello 0,9%. Se si guarda ai comparti, gli statistici annotano che l’aumento annuo dei prezzi “continua ad essere determinato principalmente dai Beni energetici non regolamentati (+11,5%) e dagli Alimentari non lavorati (+6,1%), la cui crescita è in attenuazione rispetto al mese precedente quando era pari a +12,1% per i primi e a +8,8% per i secondi. A rafforzare l’inflazione si aggiunge la dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,5%, in lieve accelerazione da +2,4% di febbraio)”.

Se si tolgono beni energetici e alimentari freschi dal conteggio, l’inflazione di fondo sale di un solo decimo di punto percentuale (+0,7%, da +0,6% del mese precedente), mentre quella al netto dei soli Beni energetici scende a +1,1% da +1,3% di febbraio.

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