Sebbene da più parti si lamenti la mancata crescita dell’inflazione, che è sintomo – se a livelli ‘controllati” – di salute economica, la beffa per i lavoratori è che la pur bassa dinamica dei prezzi batte quella delle buste paga, rischiando di erodere il potere d’acquisto.
Tra gli elementi di riflessione sulle buste paga dei dipendenti italiani che emergono dall’Osservatorio, si conferma negli ultimi dati la sostanziale concentrazione (verso il basso) degli stipendi. Solo il 6,5% dei lavoratori – in base ai dati osservati – ha una retribuzione sopra 40mila euro mentre i due terzi si concentrano nella fascia inferiore a 31.000 euro. “Al contempo è presente una coda molto lunga composta da pochi lavoratori con retribuzioni particolarmente alte”.
Sulla scorta di questi dati è possibile anche stabilire il cosiddetto “multiplo retributivo”, ossia l’indicatore impiegato per esprimere la distanza tra la retribuzione del Top Management e quella della base della piramide aziendale. JobPricing considera il 9° decile della curva retributiva media di un Amministratore Delegato e lo rapporta al 1° decile della curva di profili con inquadramento Operaio: ne deriva che la retribuzione del vertice aziendale è 10,6 se si considera l’intero pacchetto retributivo, comprensivo anche della retribuzione variabile percepita.
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