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In forte discesa il sogno Americano

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Salari ai massimi, rialzo dei tassi vicino. L’economia Usa si surriscalda: giù Wall Street. Il Dow Jones perde il 4,62%. Giù anche Nasdaq e S&P 500. Immediata impennata per le materie prime, a partire dall’oro.

L’America dei tassi d’interesse bassi e della bassa inflazione non esiste più. L’hanno già mandata in archivio i grandi investitori della Borsa che scommettono sullo scenario esattamente opposto. Prevedono un surriscaldamento dell’economia che verrà innescato, intanto, dai salari che toccano già i livelli massimi dal 2009 e spingeranno verso l’alto l’inflazione.

Per contrastare la spinta dei prezzi è facile immaginare un rialzo dei tassi per mano della banca centrale (la Fed). Anzi: i rialzi potrebbbero essere molti nel corso del 2018, anche più di tre, come ha detto il presidente della Feddi Dallas, Robert Kaplan.

In questo scenario in movimento – mentre i titoli di Stato a dieci anni (Tresaury) si deprimono – Wall Street continua ad andare giù, ma stavolta con grande convinzione:

– il Dow Jones perde il 4,62% a 24.345,23 punti;
– il Nasdaq cede il 3,78% a 6.967,53 punti;
– lo S&P 500 lascia sul terreno il 4,11% a 2.648,54 punti.

E’ la peggior seduta per la Borsa americana dall’agosto 2011. E si è temuto un crollo addirittura catastrofico quando il Nasdaq, nel corso del pomeriggio, è arrivato a perdere fino a 1.500 punti, pari a oltre il 6%. Si è trattato di un “flash crash”, di un tracollo repentino, che si è fortunatamente attenuato in chiusura di seduta.

Quando la Borsa va giù con tanta virulenza, la colpa è anche degli algoritmi che – a certe condizioni – ordinano la cessione di titoli in modo automatico, come si è visto nella giornata di oggi.

Le cose potrebbero andare male anche nel prosieguo della settimana almeno a giudicare dal Vix, l’indice della volatilità e “della paura”. E’ oltre il 30% a livelli che non si vedevano dall’inizio del novembre 2016, prima dell’elezione di Trump alla presidenza statunitense. Proprio l’impennata del Vix, che da tempo stazionava a quota 16, avrebbe innescato la vendita simultanea dei titoli industriali.

Immediati gli effetti anche sulle materia prime. L’oro, il bene rifugio per eccellenza, sale dello 0,31% a 1.341,4 dollari.

Alza le antenne la Casa Bianca che, da qualche giorno, non nasconde la sua preoccupazione per l’andamento dei mercati azionari.

in Europa, tutti i mercati borsistici hanno sofferto:
– Parigi ha chiuso in ribasso dell’1,48%,
– Londra dell’1,46%,
– Francoforte ha limitato le perdite a meno 0,76%.

Piazza Affari, ha concluso la seduta con l’indice Ftse Mib in calo dell’1,64% a 22.821 punti e l’Ftse All share in ribasso dell’1,61% a quota 25.130.

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