MONTE DEI PASCHI – Garantita per 6,6 miliardi di euro dal governo (con necessità di aumento di capitale di 8,8 miliardi), negli anni d’oro Montepaschi ha distribuito soldi facili a partire da Sorgenia, il colosso dell’energia della Cir di De Benedetti condotta poi al disastro. A marzo 2014 i debiti erano saliti a 1,9 miliardi, con 21 banche esposte prima fra tutte Mps. Credito facile anche per il gruppo Marcegaglia, visto che nello scorso marzo un pool di 12 banche ha pompato quasi 500 milioni nella holding Marcegaglia steel, con Mps, Unicredit e Intesa in prima fila.
POPOLARE DI VICENZA – Oltre 6 miliardi e mezzo bruciati e sofferenze per 17 miliardi lordi insieme a Veneto Banca, ma al costruttore romano Alfio Marchini (già candidato sindaco della capitale) erano stati concessi 76 milioni di euro, ed altrettanti a costruttori pugliesi legati alla politica come Fusillo e i Degennaro.
VENETO BANCA – E a proposito di Veneto Banca (5 miliardi persi 87.000 soci sul lastrico), spiccano i 78 milioni versati all’immobiliarista bolognese vicino alle Coop Vittorio Casale, da anni nel mirino di inchieste penali e oberato di debiti. Soldi facili – circa 50 milioni – anche per l’Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone. L’ineffabile Denis Verdini ottenne invece 7,2 milioni per tappare qualche buco nelle sue società editoriali ed affrontare i diversi processi in cui è imputato.
BANCA ETRURIA – La banca toscana di riferimento della famiglia Boschi non ha mancato – prima di lasciare col cerino in mano i propri azionisti – di sovvenzionare a sua volta Caltagirone con 97 milioni e di partecipare al grande crack di Sorgenia con 9 milioni di euro.
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