Non è la prima volta che i lavoratori si trasformano appunto in cyborg. Nel 2015 la svedese Epicentric aveva già intrapreso questa strada raccogliendo un buon numero di adesioni al suo interno per sperimentare ‘sotto’ la propria pelle il microchip grande come un chicco di riso, da farsi impiantare tra pollice e indice. Alla base del sistema la stessa tecnologia Rfid (radio frequency identification).
“I microchip sono il futuro nel campo dei pagamenti, e noi vogliamo essere parte di questo fenomeno”, spiega Todd Westby, il ceo della startup che fornisce a uffici e negozi macchinette e software per la pausa pranzo. Per essere annoverata a tutti i costi tra i pionieri dell’innovazione Three Square Market si è rivolta alla BioHax, che mette a disposizione i microchip da 300 dollari l’uno abilitati anche per il “near-field communications” (Nfc), così da funzionare come una carta di credito contactless. In effetti, una volta impiantati i lavoratori potranno utilizzarli anche per usufruire dei distributori di bibite e snack, così come per aprire e chiudere le porte dell’ufficio. Senza rischiare nulla dal punto di vista della privacy, perché – assicura Westby – il chip non ha Gps integrato. Chi ci ripensa, potrà comunque farne a meno in pochi secondi, perché il microchip si può rimuovere come una scheggia.
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