Dal milleproroghe uno stop alle sperimentazioni sugli animali

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Sperimentazione animale, i diritti delle cavie e le necessità della scienza. Nel decreto Milleproroghe inserito un emendamento per l’applicazione della legge 26/2014, che introduce norme stringenti per le attività dei laboratori. L’opposizione dei ricercatori e le richieste degli animalisti.

Il nuovo tiro alla fune nella maggioranza di governo si gioca, letteralmente, sulla pelle delle persone e degli animali. All’interno del gran calderone che finisce per essere il decreto Milleproroghe è stato infatti inserito un emendamento perché venga subito applicata la legge sulla sperimentazione animale, varata già nel 2014 ma mai entrata in vigore per una serie di proroghe.

La legge del 2014 avrebbe dovuto seguire la direttiva europea 2010/63 sulla sperimentazione animale, che ha lo scopo di armonizzare nei Paesi membri le regole per la protezione degli animali e per favorire la ricerca. In realtà, nel 2014 la legislazione italiana è andata oltre le indicazioni Ue e ha elaborato una norma che, oltre a prendere in considerazione il benessere degli animali e proibire sperimentazioni inutili e crudeli, proibisce l’utilizzo di animali per fare ricerca sugli xenotrapianti (cioè trapianti di organi o tessuti da specie diverse rispetto a quella del ricevente) e per lo studio sulle sostanze che creano dipendenze, come droghe, tabacco e alcol.Sperimentazione animale, i diritti delle cavie e le necessità della scienza -

La Commissione europea sostiene che il decreto legislativo 26/2014 prevede “Limitazioni eccessive” e viola la normativa Ue perché adotta criteri troppo stringenti e ha avviato le procedure per multare il nostro Paese. Anche per questo, dal 2014 la legge non è mai entrata in vigore perché il Parlamento l’ha sospesa con provvedimenti che andavano di due in tre anni, l’ultimo dei quali scadrà il 31 dicembre 2020, quando la norma dovrebbe entrare in vigore.

Nel decreto Milleproroghe, come si diceva, il Movimento 5Stelle ha ora inserito un emendamento perché la legge entri subito in vigore, mentre la Lega ne ha presentato uno per avviare un’altra sospensione di due anni. Nei giorni scorsi i rettori e i responsabili della ricerca di 13 tra le maggiori università italiane hanno scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per chiedergli di intervenire a favore della sperimentazione animale.

Secondo loro, se la legge 2014 entrasse in vigore, non soltanto molti studi non potrebbero andare avanti, ma i ricercatori italiani si troverebbero in posizione di svantaggio nei confronti dei colleghi europei. Molte ricerche sono condotte in partnership con atenei stranieri, ma se la legge del 2014 entrasse in vigore i ricercatori italiani sostengono che non potrebbero usare le stesse metodologie dei colleghi stranieri e inoltre non potrebbero accedere a finanziamenti europei.

Secondo i sostenitori della legge 26/2014, invece, le proroghe alla sua entrata in vigore non sono più ammissibili. In particolare, associazioni come la Lav ritengono che la legge sospesa sia migliorativa della direttiva europea perché: impedisce di allevare animali per la sperimentazione; vieta esperimenti su scimmie antropomorfe (per le quali la direttiva europea prevede deroghe); vieta esperimenti per la produzione e il controllo di materiale bellico; vieta esercitazioni didattiche ad eccezione delle università di medicina veterinaria;  vieta di riutilizzare animali in esperimenti con livello di dolore grave a partire dal 1° gennaio 2017; introduce sanzioni più gravi per chi viola le norme minime della legge. Nella legge era poi inserito un finanziamento per sostenere la ricerca di metodi alternativi a quelli su animali, già praticati in alcuni atenei italiani.

L’emendamento per sospendere ancora l’applicazione della legge 26/2014 è stato presentato dalla Lega, partito all’opposizione, che, in teoria, non dovrebbe avere i numeri per far passare la sua linea. La maggioranza non ha manifestato fino ad ora punti di accordo in proposito e il governo non pare vicino a presentare un proprio emendamento.

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