Cosa conoscere su vaccini e vaccinazioni

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Basta con le bufale sui vaccini e vaccinazioni. Le cose da sapere per non farsi intrappolare nelle false ma fin troppo diffuse convinzioni sulla inutilità (o peggio) dei vaccini.

Al di là dell’imminente stagione influenzale, quello sui vaccini è uno dei temi caldi degli ultimi mesi, soprattutto dopo il ritorno del morbillo in Europa a causa della scarsa copertura vaccinale in alcuni Paesi. Partendo da false (ma diffuse) convinzioni, ecco allora alcune cose da sapere che speriamo possano chiarire i dubbi più comuni sui vaccini e sulle vaccinazioni.

1. Mi sono ammalato a causa del vaccino
È molto, molto improbabile. Ci sono due grandi tipologie di vaccini: quelli prodotti a partire da agenti infettivi resi non patogeni sono detti attenuati; quelli che invece utilizzano virus o batteri uccisi tramite esposizione al calore o con sostanze chimiche sono detti inattivati. Al giorno d’oggi si utilizzano per lo più vaccini inattivati: è impossibile contrarre il virus di quello specifico vaccino, in quanto il virus è morto. I vaccini attenuati possono invece provocare sintomi simili a quelli della malattia dalla quale ci si immunizza, ma è raro che sfocino nella patologia vera e propria: per esempio, nel caso del morbillo (vaccino attenuato), la possibilità che si verifichi un’eruzione cutanea simile (ma non uguale) a quella della patologia è attorno al 5%.

Solamente in condizioni di pessima igiene e di totale trascuratezza delle norme sanitarie può succedere che una persona a cui sia stato somministrato un vaccino attenuato diffonda la malattia, come nel caso della poliomielite in Paesi come il Pakistan e l’Afganistan, dove purtroppo è successo, come abbiamo spiegato in occasione del World Polio Day (24 ottobre).

Alla scoperta dei vaccini (Regione Emilia-Romagna, Azienda Usl di Bologna)

2. Mi sono ammalato nonostante il vaccino
Sì, questo è possibile, ma non perché il vaccino non funziona: il fatto è che la loro efficacia non raggiunge il 100%. Ad oggi, nessun vaccino garantisce una copertura totale, anche se molti ci si avvicinano: il vaccino contro il morbillo, ad esempio, copre per il 93% dopo la prima dose, e per oltre il 97% dopo la seconda. Un esempio: in una scuola “colpita” da un’epidemia di morbillo, la metà dei bambini è vaccinata, l’altra metà no; le possibilità che i bambini non vaccinati si ammalino sono del 97-98%, mentre per i bambini vaccinati si fermano al 2-3%.

3. I vaccini sono uno spreco di soldi per lo Stato
Falso: salvano da due a tre milioni di vite l’anno e, sul fronte delle spese sanitarie, fanno risparmiare miliardi di dollari. L’OMS stima che, nel periodo 2001-2020, 73 paesi a medio e basso reddito avranno risparmiato in cure mediche una media di 350 miliardi di dollari (con un’oscillazione dai 260 ai 460 miliardi), grazie a 10 vaccinazioni.

4. Non posso vaccinarmi
Attenzione, qui dobbiamo riprendere un discorso fatto più volte sulle nostre pagine, quello dell’immunità di gruppo o, come si sente più spesso dire, immunità di gregge. Perché “gregge”? Perché “la numerosità” consente di fare fronte meglio alle minacce: in estrema sintesi, più persone si vaccinano più si protegge l’intero gruppo sociale, comprese le persone che per vari e seri motivi non possono vaccinarsi e che in un ambiente ragionevolmente protetto hanno meno probabilità di entrare in contatto con la malattia. Naturalmente, anche in presenza di leggi che impongono percorsi vaccinali, bisogna avere molta fiducia nel prossimo.

Che cos’è l’immunità di gregge? (Pier Luigi Lopalco, Università di Pisa)

5. Perché ci sono vaccini che valgono per la vita e altri no?
Facciamo due esempi. Il morbillo è causato da un’entità biologica precisa (il Paramyxovirus) e il vaccino (attenuato, non inattivo) stimola la risposta immunitaria e fornisce una protezione a lungo termine (non per tutta la vita, a differenza dell’immunità lasciata dalla malattia stessa). Per quanto riguarda invece l’influenza, la necessità di ripetere ogni anno la vaccinazione (almeno per quanto riguarda i soggetti deboli) è data dal fatto i ceppi influenzali che prevalgono di anno in anno sono differenti: in effetti, la parola “influenza” descrive dei sintomi provocati da un’intera famiglia di virus influenzali, gli Orthomyxoviridae.

6. I bambini hanno gli anticorpi delle mamme…
In gravidanza gli anticorpi sono quelli della mamma, in seguito l’immunità è trasmessa col latte materno. L’immunità però dura solo qualche mese, dopo la nascita, e riguarda solo le malattie alle quali la madre è immune e solo quando la concentrazione dei suoi anticorpi è sufficientemente alta.

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