Con il mal tempo arriva l’influenza stagionale

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L’Emilia-Romagna ha l’influenza: record decessi, metà degli anziani non si vaccinano. Bilancio dell’inverno: 57 morti e 172 casi gravi. I dati peggiori degli ultimi dieci anni.

Più di mezzo milione di emiliano-romagnoli a letto con la febbre, 57 morti e 172 casi gravi finiti in ospedale, fra cui tre donne in gravidanza. E un allarme che viene ascoltato ancora troppo poco: non ci vacciniamo abbastanza contro l’influenza. Soprattutto le persone a rischio, quelle che hanno già alle spalle patologie croniche o che hanno superato i 65 anni d’età. Restano, però, briciole di speranza: più persone vanno a fare la puntura, seppur ancora troppo pochi, così come la fanno più medici e infermieri rispetto al passato. È questa, a grandi linee, la fotografia della stagione influenzale dello scorso inverno scattata dalla Regione. Utile a capire com’è andata e cosa fare domani.Vaccini

Morire d’influenza
Un dato, infatti, non può che saltare all’occhio: durante l’ultimo inverno i decessi legati alle complicanze respiratorie o cardiache dell’influenza sono stati 57 in tutta la regione (22 soltanto a Bologna) mentre i casi gravi sono stati 172 (57 nel Bolognese): sono i dati peggiori degli ultimi dieci anni. Come combatti una guerra se non hai armi e nemmeno uno scudo per parare i colpi? Andando a scavare dentro quei 172 casi gravi, gli esperti di viale Aldo Moro si sono accorti che 76 episodi riguardano persone sotto i 65 anni e 63 di loro non erano vaccinate. Se invece si prende a riferimento la popolazione sopra i 65 anni, su 96 pazienti gravi più della metà non si era vaccinata. Allargando ancora il cerchio, su 159 pazienti finiti in ospedale perché oltre all’influenza erano già acciaccati per mille altri motivi (avevano, in gergo tecnico, dei fattori di rischio), ben 108 non erano protetti.

Tutti col termometro
Protetti da cosa? L’influenza di quest’inverno ha steso 579 mila persone in Emilia-Romagna. Il killer principale è il virus di tipo “A” e, in particolare, il famoso (purtroppo) H1n1. È stata, in altre parole, un’epidemia «di intensità alta». Oltre 785 mila persone si sono vaccinate.

Convincere gli anziani
Il 55% delle persone con più di 65 anni l’anno scorso ha fatto il vaccino. È un piccolissimo passo avanti rispetto all’anno precedente ma fa tirare un sospiro di sollievo. Maria Grazia Pascucci, una delle esperte che ha redatto il report, spiega: «La strada è lunga visto che l’obiettivo del ministero è arrivare al 75%. Dobbiamo continuare a insistere. Gli anziani non hanno lo stesso sistema immunitario dei bambini, alcuni di loro rischiano di non rispondere alla vaccinazione. Dunque, più debole è la popolazione più importante è avere una copertura alta: aumenta la protezione.

Medici e infermieri ok
È soddisfatta, Pascucci, quando si parla dei livelli di vaccinazione raggiunti dagli operatori sanitari degli ospedali. Giusto per fare un raffronto, nel 2014-2015 si vaccinò il 13,4% dei camici bianchi, quest’anno siamo arrivati al 39,5%, una percentuale che arriva al 42 se si considerano solo gli operatori strettamente collegati all’attività sanitaria. In pratica, quelli sempre in reparto. A trainare questo exploit ci sono Bologna – Ausl e Policlinico – e l’Ausl di Parma. Anche per le donne in gravidanza il trend cresce: sono passate dalle 100/200 di pochi anni fa alle quasi tremila di oggi. «L’influenza in gravidanza può provocare aborto, morte fetale, parto prematuro e, seppure più raramente, difetti congeniti neurologici al neonato», scrivono gli esperti. Pascucci vede il bicchiere mezzo pieno dopo una «stagione tosta», dovuta in particolare al temuto virus H1n1: «Continua a circolare, nonostante tutto, ed è più cattivo di altri, provoca più forme gravi e decessi. I dati positivi riguardano in particolare operatori sanitari e donne in gravidanza e continueremo a insistere. Siamo contenti per l’aumento di copertura fra gli over 65».

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