Come scegliere la migliore scuola superiore in Italia

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Eduscopio: ecco le migliori scuole superiori d’Italia. Diverse novità in classifica. Il portale della Fondazione Agnelli intercetta la crisi a tre anni dal diploma: più iscritti all’università ma meno esami fatti.

Il long Covid per i giovani italiani non passa. Almeno quanto a conseguenze occupazionali e universitarie per gli studenti e le studentesse che hanno vissuto tra i banchi almeno uno degli anni la pandemia. A dirlo è la decima edizione 2023 di Eduscopio (www.eduscopio.it), il portale della Fondazione Agnelli che presenta oggi i risultati dell’indagine condotta su 1.326.000 diplomati italiani di 7.850 scuole, in tre successivi anni scolastici (2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020) e che, anche stavolta, consente alle famiglie di comparare le scuole dell’indirizzo di studio secondario che interessa nell’area di residenza, sulla base di come queste preparano per l’università o per il mondo del lavoro.

I licei che preparano meglio all’università e gli istituti che preparano meglio al lavoro (in percentuale il tasso di occupazione)
I licei che preparano meglio all’università e gli istituti che preparano meglio al lavoro (in percentuale il tasso di occupazione)

L’impatto dell’emergenza sanitaria

Ebbene l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’università è alquanto evidente. A fronte di un voto medio più alto all’esame di 81,5/100 (5 punti in più rispetto ai tre anni precedenti), probabilmente grazie alle prove ultrasemplificate di quell’anno, i maturi del 2020 hanno scelto più massicciamente di proseguire gli studi (lo ha fatto il 56,2% contro il 54,1% del 2019). Senza poi svolgere un numero congruo di esami. Tant’è che è rimasto al palo il 18,8% degli immatricolati del 2020 rispetto al 16% del 2019.

Con una sofferenza concentrata soprattutto nelle scienze matematiche, fisiche e naturali. Numeri che il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, spiega così: l’emergenza sanitaria, insieme alle drammatiche prospettive del mercato del lavoro nel 2020, può aver «indotto a iscriversi all’università studenti che in altre situazioni non lo avrebbero fatto: una volta superata la fase più critica, molti di questi hanno rinunciato a sostenere esami. I dati offrono ulteriori indizi e segnali d’allarme a proposito delle fragilità emotive dei ragazzi e delle ragazze investiti in pieno dalla pandemia».

A Milano primo liceo classico maxi-istituto dell’hinterland

Sebbene più sfumata e meno diretta l’onda lunga del Covid si intravede anche dietro il rimescolamento delle classifiche delle migliori scuole, sempre per preparazione all’università o al lavoro, nelle principali città italiane.

Prendiamo Milano, dove il primo liceo classico non è più una paritaria del centro (il Sacro Cuore che diventa terzo davanti un’altra non statale, l’Alexis Carrel), bensì un maxi-istituto dell’hinterland, il Giulio Casiraghi di Cinisello Balsamo, che precede il Giovanni Berchet. E anche allo scientifico c’è un avvicendamento, con l’Alessandro Volta che diventa primo e scalza il Leonardo da Vinci che stavolta si piazza secondo.

Tutti nuovi i primi tre classici a Roma

Stesso film a Roma; qui i primi tre classici sono tutti nuovi: Ennio Quirino Visconti, Terenzio Mamiani e Vittorio Emanuele II. Il podio del 2022 era invece composto da Giulio Cesare, Augusto e Torquato Tasso. Allo scientifico resta in cima l’Augusto Righi, mentre si scambiano il secondo e terzo posto, il Camillo Cavour (oggi secondo) e il Giovanni Battista Morgagni (terzo).

Cambio della guardia anche a Napoli: il primo liceo classico è il Convitto Vittorio Emanuele II (terzo nel 2022), seguito dallo Jacopo Sannazzaro (primo un anno fa). Allo scientifico resta in testa il Giuseppe Mercalli, davanti al Giovan Battista Vico che era terzo nel 2022, mentre scende dall’argento al bronzo il Convitto Emanuele II. A Palermo conferma il primato tra i licei classici l’Umberto I, allo scientifico invece c’è un cambio tra i primi due: oggi è primo lo Stanislao Cannizzaro, mentre scende al secondo posto il Don Bosco – Ranchibile.

I migliori istituti tecnici

Passiamo alle scuole che meglio preparano al lavoro. In un contesto che vede mediamente scendere un po’ ovunque il tasso di occupazione, a Milano il miglior istituto tecnico economico è il Primo Levi e non più il paritario Regina Mundi. Laddove tra i tecnici tecnologici conferma il primato l’Enrico Mattei. Anche a Torino il primo istituto tecnico economico resta l’Is Curie-Vittorini, mentre si invertono secondo e terzo, rispettivamente Erasmo da Rotterdam e Russell-Moro-Guarini.

Prime due posizioni confermate anche tra i tecnici tecnologici: Edoardo Agnelli, in vetta, seguito dall’Amedeo Avogadro. A Roma il primo istituto tecnico economico è il Croce-Aleramo, come nel 2022; muta invece il primo tecnico a indirizzo tecnologico: oggi è l’Is Bachelet-Einstein, anziché il Michael Faraday. A Napoli i primi quattro istituti tecnici a indirizzo economico sono tutti paritari: San Tommaso d’Aquino, Napoli Est, Modigliani e Santo Stefano. E anche i primi due tecnologici, San Castrese e Santa Maria (primo un anno fa). E chissà che anche questo non sia un effetto indiretto del Covid.

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