Collocati entro fine anno 100 miliardi di E-bond da Bruxelles

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Recovery, Bruxelles colloca il primo E-bond da 20 miliardi. Domanda 7 volte l’offerta. Esordio della Commissione sui mercati finanziari per la raccolta che servirà a finanziare NExt Generation Eu. Il nuovo eurobond paga 32,3 punti base in più del Bund a 10 anni.

Il d-day per il decollo del piano di ripresa dell’Unione europea è arrivato. Oggi la Commissione ha collocato il primo E-bond a 10 anni per un importo di 20 miliardi a fronte del quale la domanda è stata pari a sette volte l’offerta, come ha spiegato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Bnp Paribas, DZ Bank, HSBC, Morgan Stanley, Imi-Intesa Sanpaolo sono i cinque joint lead manager del sindacato di collocamento. Danske Bank e Santander i co-lead manager. Il prestito sindacato è una modalità consueta per grandi operazioni come quella dell’Unione europea che è sostanzialmente all’esordio come grande emittente di debito sovrano.

Spread di 32 punti base in più rispetto al Bund

Il nuovo eurobond decennale ha un rendimento dello 0,086%, con uno spread di -2 punti base rispetto al mid-swap, pari a 32,3 punti base rispetto al Bund scadenza febbraio 2031. Il portafoglio ordini finale ha superato i 142 miliardi di euro, il che significa che il prestito è stato sottoscritto oltre sette volte.

Nel mese di luglio sono previste altre due emissioni analoghe. A settembre sono attese le aste per i titoli a breve, ha confermato il commissario al Budget, Johannes Hahn.

Entro fine anno collocati 100 miliardi

Nel 2021 è prevista l’emissione di 80 miliardi di bond a lungo termine per finanziare i primi esborsi, a cominciare dagli anticipi del 13%. I titoli a lungo termine avranno varie scadenze: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 25 e 30 anni. Oltre agli Eu-Bond a lungo termine, dopo l’estate Bruxelles avvierà anche il collocamento degli Eu-Bill a breve termine, venti miliardi con scadenza fino a 24 mesi. La prima emissione è in agenda per settembre, quando la piattaforma d’asta di collocamento gestita per la Ue dalla Banca di Francia diventerà operativa.

Recovery, Bruxelles colloca il primo E-bond da 20 miliardi. Domanda 7 volte l’offertaIn autunno si rifarà il punto sulle esigenze di copertura, una volta che tutti i piani nazionali di ripresa saranno stati approvati e si conosceranno esattamente le esigenze di tutti gli stati membri. Complessivamente la Ue chiederà al mercato 800 miliardi di euro a prezzi correnti: si tratta di circa 150 miliardi l’anno fra metà 2021 e il 2026. Ciò farà della Ue uno dei più grandi emittenti in euro. Una volta istituito il sistema di aste, la Commissione organizzerà regolarmente sindacati e aste di Eu-Bond e di EU-Bills. Entro fine anno saranno pubblicati i dettagli sulle date dell’asta e sulla struttura dell’intero programma EU-Bill.

Dati i volumi, la frequenza e la complessità del programma, Bruxelles seguirà le best practice di mercato e adotterà «una strategia di finanziamento diversificata» con un approccio diverso dal “back-to-back” utilizzato finora, per esempio per finanziare il programma SURE che ha finanziato durante l’emergenza Covid gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione.

Esclusione provvisoria per 10 banche, tra cui Unicredit

Dieci delle 39 grandi banche selezionate inizialmente da Bruxelles come primary dealer sono state escluse temporaneamente dall’avvio del collocamento. Si tratta di istituti che hanno violato le regole antitrust comunitarie e che per questo motivo «non saranno invitati a presentare offerte per transazioni sindacate individualmente», ha spiegato un portavoce della Commissione europea. «La Commissione – ha aggiunto il portavoce – applica un approccio rigoroso per assicurare che le istituzioni con cui lavora siano degne di essere controparti dell’Unione europea». Gli istituti che hanno violato le regole antitrust dovranno dimostrare di aver messo in atto misure correttive per assicurare che le irregolarità non possano capitare di nuovo, prima di poter partecipare al collocamento dei titoli. Tra le banche escluse c’è anche l’italiana Unicredit. Gli altri esclusi sono Jp Morgan, Citigroup, Bank of America, Barclays, Natixis, Nomura, NatWest, Deutsche Bank e Credit Agricole.

Approvati i primi cinque piani nazionali

A tagliare per primi la linea del traguardo sono i piani nazionali di Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Danimarca e Grecia. Mercoledì la presidente Ursula von der Leyen partirà alla volta di Madrid e Lisbona, prime tappe del tour che la porterà in tutte le capitali per annunciare la “buona notizia” del via libera, illustrare la valutazione di ciascun piano da parte della task force e per vedere di persona qualche progetto già avviato o pronto a partire. Un’operazione d’immagine, per enfatizzare la ripartenza, che in settimana porterà von der Leyen ad Atene, Copenaghen e Lussemburgo.

Il 22 von der Leyen a Roma, il 23 ok al piano italiano

L’agenda, non ancora ufficiale, prevede la tappa a Roma martedì 22, per annunciare al premier Mario Draghi il via libera al Pnrr italiano, previsto il 23 con una settimana di anticipo rispetto alla scadenza di fine mese. Draghi e Ursula von der Leyen visiteranno un progetto finanziato dal Recovery plan. Poi toccherà al Consiglio europeo, nel mese di luglio, dare l’ok definitivo che aprirà la strada ai primi anticipi di risorse per gli Stati membri. Per l’Italia l’anticipo è di 25 miliardi di euro.

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