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Alarme Meningite: “Nessuna emergenza né carenza vaccini”

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Alarme Meningite: "Nessuna emergenza né carenza vaccini"
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Molte Regioni hanno voluto tranquillizzare i cittadini. Lazio e Piemonte: casi in calo. Niente allarme e No alla corsa ai farmaci è l’appello firmato dai medici di SItI, Sip, Fimmg e Fimp. Il pediatra: “Tanti genitori che chiedono il vaccino prima non volevano far immunizzare i figli neanche contro il morbillo”.

Nessun problema di approvvigionamento vaccini e nessuna emergenza sanitaria sulla meningite: è quanto è emerso nella riunione al ministero della Salute a livello tecnico, convocata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria, per monitorare la situazione. Nella riunione è stata ricordata l’importanza di seguire il calendario vaccinale e di consultarsi con il proprio medico in merito all’opportunità e alle tempistiche delle vaccinazioni.

Alla riunione hanno partecipato referenti del ministero, dell’Istituto superiore di sanità, dell’Agenzia italiana del farmaco, del comando dei Nas, di Farmindustria e della Regione Toscana. Nel corso della riunione sono stati nuovamente analizzati i dati dei casi di meningite che si sono verificati fino ad oggi nel Paese ed è stato ribadito che, si legge in una nota del ministero, “non esiste alcuna evidenza di emergenza di sanità pubblica relativa alla meningite a livello nazionale”.

Meningite: sintomi, contagio e rimedi – La scheda

Nuovi casi. A Napoli una ragazzina di 13 anni è stata ricoverata all’ospedale Cotugno per un caso di meningite. Dai primi accertamenti, riferiscono fonti sanitarie, si tratta di meningite batterica ma non di meningococco: le condizioni della ragazzina sono giudicate “soddisfacenti”, seppur rimane alta l’attenzione medica sul caso.

E’ stato diagnosticato a Barletta il primo caso di meningite in Puglia. E’ accaduto ieri all’ospedale ‘Dimiccoli’. Il paziente, un 43enne di origini senegalesi, residente a Barletta da anni, soffre di diverse patologie e il tipo di meningite accertata dai medici dell’ospedale è virale, non batterica e, dunque – precisa l’azienda sanitaria – non infettiva. L’uomo già ieri era stato trasferito dalla Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, dove si trova ricoverato nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni sono stabili.
Un uomo di 47 anni è ricoverato all’ospedale Cà Foncello di Treviso affetto da meningite da meningococco. Lo rivela la direzione dell’Azienda Ulss 2 dopo gli esami di laboratorio portati a termine dalla Microbiologia. Il paziente che risiede nel trevigiano ha iniziato ad accusare, martedì, un episodio febbrile importante che lo ha portato, ieri sera, a presentarsi al pronto soccorso. Attualmente è ricoverato in terapia intensiva in gravi condizioni.

A Palermo è stata ricoverata una donna di 70 anni. E c’è il caos nei dodici centri dell’Asp per ottenere il vaccino contro il meningococco. Anche stamattina, per il quinto giorno lavorativo di fila, centinaia di persone hanno affollato le strutture dell’azienda sanitaria sin dalle prime ore del mattino, ma non tutti sono riusciti a vaccinarsi per esaurimento delle dosi. Le scorte al centro di smistamento dell’Asp sono ormai al lumicino e si aspetta in questi giorni un rifornimento di altre 8.800 dosi di quadrivalente. “Non c’è nessun allarme – spiega Nicola Casuccio, responsabile del dipartimento di Epidemiologia dell’azienda sanitaria – solo cinque casi si sono registrati a Palermo nel 2016, in linea con la casistica dell’anno passato”. Il consiglio è vaccinarsi “ma senza ansie e soprattutto evitando lunghi e inutili pellegrinaggi nei centri assediati”.

Le Regioni. Anche alcune Regioni hanno voluto rassicurare direttamente la popolazione. L’Emilia-Romagna ha sottolineato che non c’è nessun allarme meningite nella regione. Di più, non c’è nessuna emergenza neanche nel resto d’Italia. Lo assicurano in una nota i sanitari della Regione, che invitano a non generalizzare il caso Toscana e cercano di fugare le preoccupazioni emerse in questi giorni anche in Emilia-Romagna (oggi è stato ricoverato in condizioni molto critiche all’ospedale di Ravenna un uomo di 40 anni). Rimane comunque valida l’esortazione ad “aderire alle campagne di vaccinazione, come fattore di prevenzione, rivolte ai bambini dai 13 ai 15 mesi di età e agli adolescenti di 13-14 anni, secondo i calendari vaccinali ordinari”. E’ questa la “misura più efficace per contrastare la diffusione” del batterio.

I consigli. Per adulti e anziani, invece, la vaccinazione è consigliata “solo se ci sono fattori di rischio” tra cui “patologie croniche che comportano deficit immunitario”, ma anche il fatto di “recarsi in maniera continuativa in toscana per motivi di lavoro o studio”. Insomma, la Regione sottolinea che “il verificarsi di casi sporadici di meningite C non devono portare a un’irrazionale corsa al vaccino”. Per gli anziani, semmai, “sono raccomandate la vaccinazione anti-influenzale e anti-pneumococco, malattie che possono colpirli molto più della meningite”.
La situazione relativa alla diffusione della meningite batterica in Piemonte è, secondo l’assessorato regionale alla Sanità, nella norma, con un trend in continua diminuzione nel 2016 rispetto agli anni precedenti, grazie anche all’introduzione dal 2010 della vaccinazione dei bambini. Pertanto l’assessorato regionale non consiglia la vaccinazione.

Sono stati meno di cinque i casi di meningite C registrati nel 2016 in Liguria, circa 0,3 casi ogni 100.000 abitanti all’anno e la Regione vanta una copertura vaccinale di quasi il 90% tra i bambini fino a tre anni d’età, sopra la media nazionale dell’80%. Lo hanno sottolineato il presidente della Regione Giovanni Toti e l’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale stasera a Genova dopo la riunione che si è svolta ieri della rete di emergenza sanitaria regionale. Anche la Regione Marche e Friuli Venezia Giulia hanno confermato “l’assenza di una emergenza sanitaria collegata alle meningiti meningococciche”.

“Nel Lazio, come già confermato dalle associazioni dei Medici, non esiste alcun allarme – fa sapere la Regione – infatti nel 2016 non sussistono incrementi di casi di meningite rispetto al periodo precedente (2001-2015), ma anzi rispetto al 2015 sono diminuiti passando dai 25 casi del 2015 ai 19 casi di meningite meningococcica del 2016 segnalati in tutta la regione (pari a 3,2 casi per milione di abitanti). L’incidenza di questo tipo di meningite è sostanzialmente sovrapponibile a quello dell’intero Paese (dati Istituto Superiore di Sanità)”.

Per quanto riguarda i vaccini “La rete sanitaria regionale, anche a fronte dell’incremento esponenziale delle richieste che risultano quintuplicate negli ultimi giorni, è pienamente operativa e sta rispondendo al meglio alle esigenze dei cittadini che chiedono di essere vaccinati. Al momento nelle Asl della Regione Lazio vi sono oltre 15 mila dosi di vaccini disponibili a cui si aggiungeranno entro martedì ulteriori 8 mila dosi”.

Il pediatra. “Con l’allarme meningite siamo arrivati a una situazione drammatica. I nostri studi sono letteralmente invasi da genitori che temendo per la salute dei figli, alla prima linea di febbre corrono per chiedere informazioni”, afferma il segretario provinciale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) Napoli, Antonio D’Avino. “In Campania non c’è alcun allarme reale per la meningite, nulla che sia al di là dei casi segnalati negli anni precedenti. Spero però che questa situazione serva almeno a convincere tanti genitori dell’importanza dei vaccini, prima di tutto per proteggere i propri figli contro morbillo, rosolia e parotite”, sottolinea D’Avino.

“Alcune mamme stanno comprando i vaccini contro i vari tipi di meningite in farmacia, per farlo poi somministrare direttamente dai pediatri. E’ una scelta possibile, ma per nulla conveniente. In questo modo infatti il costo è molto più alto. Inoltre, le corse in ospedale non servono, anzi. Al pronto soccorso è bene andare solo dopo aver consultato il proprio pediatra”, spiega il medico che richiama al buon senso: “Se è un dato positivo che moltissime mamme ora fanno la corsa al vaccino, il problema è che si sta creando una vera e propria psicosi – conclude D’Avino – Il paradosso è che molti di quei genitori che chiedono il vaccino contro il meningococco, sono stati finora scettici addirittura sulle vaccinazioni obbligatorie preferendo non vaccinare, ad esempio, contro il morbillo”.
“Allo stato attuale secondo i rilevamenti dell’Istituto superiore di sanità non vi è alcun aumento di casi di meningite in Abruzzo. Appena 4 nel 2015 e 3 i casi rilevati nel 2016. Tuttavia, per dare risposte ai cittadini, in un momento tra l’altro in cui si è fatta largo una preoccupazione sociale, la Regione sta valutando l’ipotesi di anticipare gli effetti del nuovo piano nazionale di vaccinazione”, fa sapere l’assessore alla sanità dell’Abruzzo Silvio Paolucci, dopo gli ultimi casi di meningite, non contagiosa, in regione (un anziano ricoverato a Sulmona il 28 dicembre scorso; una donna ieri nell’ospedale di Avezzano).
L’appello dei medici. Nessun allarme meningite e No ad una corsa indiscriminata al vaccino perché serve privilegiare le categorie più a rischio: è un appello firmato da quattro grandi categorie mediche: la Società italiana di igiene e medicina preventiva (SItI), la Società italiana di pediatria (SIP), la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e la Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp).
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