Spread chiude a 327 (record da aprile 2013). Male la Borsa. Pesano i timori sulla manovra e l’asta flop dei Btp Italia. Salvini: “Spread scenderà, non permetteremo speculazioni”. Di Maio: “Calerà dopo la decisione della Commissione”. Tria: “Ovviamente preoccupato”. E la Bce: “Teniamo le dita incrociate”.
Milano, 20 novembre 2018 – Italia ancora sotto pressione sui mercati finanziari. Dopo aver toccato quota 322 ieri (quando lo spread era a 500), lo spread ha chiuso in rialzo a 327 punti (record da aprile 2013) col rendimento al 3,62%. Questa mattina il differenziale tra Btp e Bund ha aperto a 335 punti base. È viaggiato quindi sotto i 330 a fine mattinata e nel primo pomeriggio, per poi tornare a salire poco prima della chiusura.
Soffre anche Borsa Italiana, così come le altre piazze europee. A Milano l’Ftse Mib cede l’1,87% in chiusura (con valori che non si vedevano da dicembre 2016). Male anche le altre: Londra -0,76%, Francoforte -1,58% e Parigi -1,21%.
SALVINI: “SPREAD SCENDERÀ” – “Noi dialoghiamo con tutti e siamo convinti che questa manovra aiuti l’Italia. E se tutti analizzeranno senza pregiudizi le condizioni dell’economia italiana, del sistema bancario del nostro Paese, di una manovra che porta lavoro e crescita, lo spread non può che scendere e io sono convinto che sarà così, a meno che non ci sia qualcuno che gioca alla speculazione per danneggiare l’Italia. Ma questo come governo non lo permetteremo”. Così ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini in merito al rialzo del differenziale.
DI MAIO: “CALERÀ DOPO LA DECISIONE DELLA COMMISSIONE” – “Siamo fiduciosi che dopo la decisione della Commissione europea lo spread scenderà”. Lo ha detto il ministro del Lavoro Luigi Di Maio. “Al momento – ha aggiunto – ci sono tensioni sui mercati ma siamo sicuri che lo spread scenderà, non ci affidiamo al fato ma a studiosi e abbiamo questa convinzione. Noi non vogliamo lasciare l’Euro e l’Eurozona”, ha aggiunto.
TRIA – “OVVIAMENTE PREOCCUPATO” – Preoccupato per lo spread che ha superato quota 300? “Ovviamente sono preoccupato“. Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha risposto ai cronisti all’uscita da Montecitorio.
BCE: “DITA INCROCIATE” – “Finora non credo che lo spread abbia raggiunto un livello di seria preoccupazione per le banche, ma non sappiamo cosa porta il futuro” e “sarebbe molto triste” se le banche italiane, che “hanno fatto molti sforzi”, per ripulire i bilanci, “fossero colpite dalle conseguenze del dibattito politico. Ma sono cose che succedono, i problemi delle banche greche sono cominciati con discussioni politiche e quindi possiamo solo dire ‘teniamo le dita incrociate“. Così ha detto il capo della supervisione unica della Bce, Daniele Nouy.
I NODI – Su spread e Piazza Affari pesa la decisione dell’Unione europea sulla manovra, attesa per domani. Fonti di Bruxelles hanno riferito ieri che la Commissione sarebbe pronta a una nuova bocciatura, segnando così un ulteriore passo verso la procedura d’infrazione. Uno spettro che non sembra spaventare più di tanto il governo che ha ribadito in più occasioni di non voler apportare al testo le modifiche che la Ue richiede. E nuovi dubbi sulla manovra sono stati sollevati stamani anche dal presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “L’aggiornamento non migliora la situazione in termini di costi del finanziamento del debito – ha detto parlando al Parlamento Ue -, lo vediamo sui mercati oggi giorno, che significa che non ha dissolto le preoccupazioni sulla strategia di bilancio dell’Italia”.
FLOP BTP – Non ha giovato al giudizio dei mercati sul nostro Paese il debutto sottotono della quattordicesima emissione del BTp Italia. Le sottoscrizioni si sono fermate oggi ad appena 241,3 milioni di euro. Un importo che si va ad aggiungere ai 481 milioni raccolti nella prima giornata di offerta conclusa ieri. Il collocamento retail si concluderà domani per lasciare poi spazio agli investitori istituzionali. Nella emissione dello scorso maggio, nella sola seconda giornata, le richiesta del retail arrivarono a superare 1,4 miliardi di euro (3,7 miliardi complessivi nei primi due giorni). Spread e Borsa risentono anche della difficile seduta di ieri a Wall Street, con il Dow Jones che ha chiuso ieri a -1,56%.
L’ABI – Dopo il richiamo di ieri, oggi l’Abi spiega che il caro spread sta iniziando a impattare sui tassi dei mutui e dei prestiti alle imprese. A ottobre 2018 si registra un incremento “non ancora molto accentuato” dei tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento, che risentono “dell’aumento dello spread nei rendimenti dei titoli sovrani”. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,87% (1,80% a settembre 2018) mentre quello sui nuovi finanziamenti alle imprese è risultato pari a 1,60% (1,45% il mese precedente)
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